Inutile recriminare: ho commesso per l'ennesima volta lo stesso errore, mentre James Blunt sembra volemi prendere in giro... "The same mistake again". Sai, cara me, potrai fingere di essere diventata più forte, di riuscire a pensare senza che il cuore si metta a prendere a calci il cervello, stare ferma ad aspettare un giorno di pioggia per convincerti che quelle non sono lacrime, ma solo acqua di mare evaporata.
Oppure puoi semplicemente ammettere che tutto ciò non è possibile e che, dietro al cinismo, la spada e lo scudo sei fragile. Vero, fragile non sempre vuol dire aver paura. Ma non è questo il caso. Alle volte ci si trova dinnazi a qualcosa di così grande che appena perde un poco del suo splendore viene la tenazione di sbarazzarsene per non assistere al suo lento spegnersi. Mi correggo, non è tentazione, è paura. Quella paura che ti spinge a rigirarti sotto le lenzuola allungando il braccio per cercarne un altro e tentare di convincersi che è più comodo un letto vuoto. Eppure, è un po' come quando c'è chi crede di essere felice andando in un altro posto, ma poi impara che non è così che fuziona: ovunque vada, tu porti te stesso con te.
E il cuore ha la meglio sul cervello, sempre. Così mi sono accorta che stando divisi ci saremmo fatti un male più grande e inspiegabile di quando stavamo insieme.
Non ho chiesto una seconda possibilità, ma pianto a dirotto, e non era mare evaporato: era oceano. Io ho bisogno di una ragione, non della possibilità di scegliere, perché farei lo stesso inutile errore di non considerare i battiti del mio cuore. Il mio cuore che sceglie questo nuovo inizio.
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