Fondamentalmente risulta difficile crederlo, tanto che questo mondo rilega nei suoi sotterranei stellari e classifica sotto la voce "impossibile" tali convinzioni, frutti di chi non si è rassegnato a questo rotolare per inerzia. Di principio non si crede perchè risulta fin troppo facile non farlo. Allora, cominciamo dal principio, dal basso.
Io, di base, credo nella pioggia, nelle note di matematica: non mi spingo a decidere sua una sua relatività o meno. "Tutto è relativo". Com'è possibile, allora, che su questo pianeta, negativo per negativo non dia positivo?
Qui, tutto si somma: spesa, giorni, cuori. Allora accade così che io finisca per crederci, in questi giorni storpi, storti, tutti uguali; nelle mezze stagioni che non esistono più, nelle foglie morte dopo l'autunno, mentre noi si sta (sempre) "come d'autunno, sugli alberi"...
Credo nella folla salutare, nel complesso, nel caffè freddo, nei post-it giallo carbonio quattordici per ricordarsi i propri pezzi, quotidianamente.
Credo, poi, molto nel passato e poco nel futuro. Ma anche nella vita, giacchè nel suo opposto neppur c'è bisogno di porsi la questione. Credo nella speranza come unica salvezza, nelle bugie e mai nella verità. Credo nel credere come arma di ricostruzione di massa, di terra: questa terra.
Credo fermamente in questo mondo che va a pezzi e in questo Dio che non c'è e, qualora ci fosse, mi dovrebbe molto spiegazioni...