Ciao sorellina, è tanto che non ti parlo, anni credo. Non ti parlo da quando raccolsi tutta la fantasia e la buttai nella pattumiera. Da quando il cinismo superò la fiducia.
Oggi, ti scrivo.
Vola in alto. Io stessa ti avrei sollevata sopra le mie braccia finché la tua statura me l'avrebbe permesso, poi, quando questo non sarebbe più stato possibile, ti avrei ricordato metaforicamente di farlo sempre. Vola in alto oltre tutto questo odio di cui è intrisa la gente, e abbi fiducia solamente in te e nelle tue capacità. Non affidarti, fidarti di nessuno: questo mondo è crudele.
Poi, sappi che saresti stata bella, te l'avrei ripetuto fino alla nausea: tutte le ragazze hanno il diritto di sentirsi dire ciò.
Cadi, e fai sì che quelle cadute servano a rafforzarti e a non piegarti né accontentarti mai.
Sii poi ben in chiaro sul fatto che i principi non esistono, né tanto meno arrivano su cavalli bianchi muniti di spada e coraggio. Qui, semmai, arrivano su biciclette, auto, moto o a piedi e il coraggio non è una loro prerogativa. Ma non lasciare mai che nessuno di loro faccia cadere la tua, di corona. Non permetterlo mai e non lasciarti abbagliare da qualsivoglia luccichio. Una scintilla dura pochi secondi, poi resta il buio. Non averne paura, come non averne neppure delle ferite in fondo all'anima, ne avrai sicuramete, ma tuttavia porterai con te una luce. Non spegnerla mai, non permettere che nessuno la spenga mai. Qualora fosse capitato ci avrei pensato io. Con una mazza da baseball.
sabato 22 dicembre 2012
martedì 18 dicembre 2012
La decisione più coraggiosa. (Quando ti buttano a terra.)
La decisione più coraggiosa che puoi prendere in un giorno è di essere di
buon umore, diceva Voltaire. Vero. Ma, ci sono delle volte in ci sono talmente
tanti pensieri che parlano nella mia testa che, per capirsi urlano e
ciononostante non arrivano ad un accordo. C’è talmente tanto casino che il
mondo fuori lo si sente appena, passa come un’ombra e la vita se ne sta tutta
nei pensieri. Il problema è che a lasciarli andare, i fatti che provocano
rabbia o dolore, ci si consuma dentro. Il problema è esserci, essere sempre
presenti, invece qualche volta bisognerebbe anche sparire.
Io, di male non voglio farmene più dissi un tempo e così ho fatto. Ho
deciso di cambiare e ho lottato con le unghie e con i denti scoprendomi capace
di una forza che neppure immaginavo di possedere. Non ho promesso. Non ho detto
nulla. Ho agito. La fregatura con certe persone è che per quanto ti facciano
bene più di ogni altra cosa al mondo, ciò accade pure per quando fanno l’esatto
contrario, che riescono a parlare meglio di quanto non riesca una scrittrice.
Il fatto è che la maggior parte della gente dice cose senza che le pensi
realmente, e io pure. Sono tante le parole che si dicono per ferire o
addirittura per farsi odiare. Ma, se le parole non bastano per farsi amare, non
sono sufficienti nemmeno per il loro contrario. E con questo, questione chiusa.
Il fatto è che, se sul fatto che “il meglio deve ancora venire” sono
certa, ho seri dubbi al riguardo che il peggio abbia finito di dare il meglio
di sé. Io sono stufa di questo. Io dico basta.
Sono stufa di chi parla, parla, parla finché non trova qualcosa da dire.
Di chi predica bene e poi razzola male e di chi non parla per non affrontare i
problemi. Mi danno sui nervi. Mi hanno fatto sta male, insonne, mi hanno fatto
cadere. Cadrò ancora, senza dubbio alcuno. Cadrò ma vi giuro, un giorno mi
rialzerò e tirerò un bel dritto a chi mi ha fatto cadere.
venerdì 14 dicembre 2012
È un po' come fare l'impossibile. (Quello che ho dentro non ha parole)
Se quello che fino ad ora ho detto sembra non avere importanza, è forse perché i miei discorsi non sono mai abbastanza esaustivi da apparire come completamente sinceri; o forse perché semplicemente quello che sento dentro non ha parole per essere raccontato. Forse perché i sentimeni più forti li ho gridati fino a perdere fiato e voce. Sappiate, però, che tutto quello che ho scritto mi è capitato.
Oggi non griderò. Si può anche scrivere sussurrando: sussurrare fa tremare la voce e rabbrividire la pelle.
"Ciao. Volevo solo chiederti se dopo tutto quello che hai passato resti sempre la stessa..." Mi ha chiesto qualcuno ultimamente.
Ciao. Dopo la tempesta non si ritorna mai più ad essere quelli che si era prima: la vita macchia la pelle di cicatrici indelebili senza risparmiare nessuno, e le cose vanno sempre come devono andare. Restano però i sogni sotto al cuscino e i mostri sotto il letto. Resta il fatto che nonostante il fatto che la vita mi abbia insegnato più di quanto pensavo di potere imparare, resta sempre l'impressione di non averci capito molto. Resta sempre l'evidenza che per non sbagliare si faccia pur sempre una grande fatica. Restano i miei capelli indomabili, l'indecisione cronica, un etto e mezzo di fiducia e chili di paura.
Resta il bisogno di avere qualcuno affianco, perché alle volte tutto si fa buio, le persone spariscono e la realtà fa paura: di questo, ho sempre avuto un grande terrore.
Resta lui, che in quei momenti di panico mi lascia contare sulle sue forze, sulle sue braccia credendo nelle mie, di risorse. Lui che mi descrive come un gatto che ruggisce, che mi tira furi la grinta provocandomi: tutte cose che mi fanno avere il coraggio di ammettere che sono forte, la convinzione di poter ricomporre tutto come un puzzle.
È un po' come fare l'impossibile che si rivela pou essere il suo esatto contrario, perché so che mi rimproverebbe: "Non fingere di farlo. Fallo e basta!" Vero.
Credo fermamente che, se fai in modo di apparire più forte, le persone ci cascano e ti temono.
Io più forte? Impossibile ma, tuttavia... esattamente il contrario.
Oggi non griderò. Si può anche scrivere sussurrando: sussurrare fa tremare la voce e rabbrividire la pelle.
"Ciao. Volevo solo chiederti se dopo tutto quello che hai passato resti sempre la stessa..." Mi ha chiesto qualcuno ultimamente.
Ciao. Dopo la tempesta non si ritorna mai più ad essere quelli che si era prima: la vita macchia la pelle di cicatrici indelebili senza risparmiare nessuno, e le cose vanno sempre come devono andare. Restano però i sogni sotto al cuscino e i mostri sotto il letto. Resta il fatto che nonostante il fatto che la vita mi abbia insegnato più di quanto pensavo di potere imparare, resta sempre l'impressione di non averci capito molto. Resta sempre l'evidenza che per non sbagliare si faccia pur sempre una grande fatica. Restano i miei capelli indomabili, l'indecisione cronica, un etto e mezzo di fiducia e chili di paura.
Resta il bisogno di avere qualcuno affianco, perché alle volte tutto si fa buio, le persone spariscono e la realtà fa paura: di questo, ho sempre avuto un grande terrore.
Resta lui, che in quei momenti di panico mi lascia contare sulle sue forze, sulle sue braccia credendo nelle mie, di risorse. Lui che mi descrive come un gatto che ruggisce, che mi tira furi la grinta provocandomi: tutte cose che mi fanno avere il coraggio di ammettere che sono forte, la convinzione di poter ricomporre tutto come un puzzle.
È un po' come fare l'impossibile che si rivela pou essere il suo esatto contrario, perché so che mi rimproverebbe: "Non fingere di farlo. Fallo e basta!" Vero.
Credo fermamente che, se fai in modo di apparire più forte, le persone ci cascano e ti temono.
Io più forte? Impossibile ma, tuttavia... esattamente il contrario.
Iscriviti a:
Post (Atom)