domenica 3 giugno 2012

E la vita non galleggia più nella boccia del pesce rosso. (Mangiate prima il dessert)

Non trovate sia estremamente riduttivo pensare che il tempo sia bello solo quando splende il sole? Io sì. Così come trovo inutili le parole della gente in generale che, a furia di cambiare idea e colore alle pareti della sua anima, si è intossicata il cuore. Credo che ci sia di peggio, in fondo, di camminare rasente i muri. Per esempio, ci sono i muri. Sapete che c'è? C'è che troppe volte ci sentiamo sbagliati, insicuri, imperfetti e allora i muri appaiono come delle certezze. Difficilmente tendiamo a prendere in mano la nostra vita, o quel che ne resta sotto le macerie dei ricordi, e farne nuovi orizzonti. Sapete qual'é il problema? Lo stesso che mi spinge ad odiare il fatto di falciare l'erba, perché tutti hanno un prato con l'erbetta tagliata perfettamente... e quando ci si ritrova a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
Io, ho ripreso a respirare aria leggera. Ho abbandonato la mia consapevolezza circa il fatto che la felicità non è qualcosa che ci è dovuto. Non si può averne a piacere così come non si può dire al sole: "più sole", o alla pioggia: "meno pioggia", vero. Ma è pure vero che, dal momento in cui ho cessato di pensare che solo gli altri possedessero il coraggio per amare, fin tanto che non ho alzato la testa e osservato quel cielo stupendo senza che dai miei occhi trasparisse l'oceano, smettendo pure di chiedere alla primavera se ci sarà per sempre, ho ripreso a respirare aria leggera.
Aria che ha liberato i miei polmoni da tutto il veleno accumulato di anno in anno, che ha reso i miei occhi più chiari e limpidi. Sarà che questo è uno di quei pomeriggi dove mi fermo e mi chiedo se tutto quello che mi gira intorno: appunti sparsi sulla scrivania, orari degli esami, panni stesi ad asciugare sotto la pioggia di giugno, il telefono sul comodino e i biscotti nella credenza, te che dormi e i miei pensieri di yogurt e lettere d'amore nel frigo, siano reali o meno.
Sarà che avevo sempre saputo che il vero amore è al di sopra di tutto e sarebbe stato meglio morire piuttosto che cessare di amare. Sarà che basta poco, talvolta anche solamente due parole, un abbraccio, e la vita non sta più a galleggiare nella boccia del pesce rosso.
Sarà che questa vita è breve. Troppo corta per concederci il lusso, la libertà di non amare.
Troppo corta, nevvero? E allora, che aspettate? Ridete finché respirate, amate finché vivere e... mangiate prima il dessert.

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