Mi hanno vista tornare trascinandomi dietro
una borsa piena di vestiti messi alla rinfusa, libri e quattro moleskine
stropicciati. Sono arrivata due giorni fa, senza ombrello nonostante la meteo
prevedeva pioggie acide causate dalle nostre emozioni poco biodegradabili. E,
magari, un giorno di questi, qualche ambientalista verrà sotto la mia finestra
a manifestare contro il mio cuore inquinante, mentre mi affaccerò speranzosa,
per poi tornare a sdraiarmi sul letto a scriverti del nostro giocare a fare gli
indifferenti. Un gioco a cui non si può vincere mai, che non so neppure fare,
poiché non so come si può giocare ad un gioco in cui devi fingere… Sembra il
testo di una canzone di Vasco Brondi…
Mentre qui ancora piove, ed è partita
quella canzone nelle cuffie, senza sapere dove potrà atterrare. Mentre io
scambierei volentieri qualche mio organo vitale per due o tre poesie
indecifrabili, perché tutto ciò che provo a scrivere risulta essere ben lontano
dalla lirica, e perché sai anche tu quanto pericoloso sia lasciar correre una
penna quando non si sa dove andare a sbattere.
Mentre c’è chi ancora non
capisce, chi ha detto che ho fatto dei bei casini e distratta distruggo ogni
cosa.
Mentre ancora credo che nessuna canzone dovrebbe provare a dare all’amore
un senso, nonostante proprio quel motivo continui a risuonarmi in testa e io lascio che lo faccia
ancora, un’ultima volta che si ripeterà all’infinito.
Qui non ci sono cadaveri
sotto al letto e, devo confessare che un po’ mi mancano. E non lo fanno solo
loro.
Mentre ancora faccio giri di parole mostruosi per evitare di porre l’accento
su quelle parole che fatico a dire e, nel frattempo, esco senza ombrello e
brindo a questo magnifico essere senza senso. Così, torna a martellarmi in testa
quella domanda sul fatto che, qualora tutto fosse realmente privo di senso,
come te li potresti spiegare questi papaveri che, ciononostante, crescono
prepotenti sul ciglio della strada ? Allora ti chiedo, dove sia poi questa
guerra da combattere ad armi impari contro la crudeltà dei sentimenti e del
sentire ? Forse è dentro di noi, forse in nessun posto. Forse è finita da
anni ma nessuno se n’è accorto perché hanno svenduto la bandiera bianca, forse è
solo l’eco delle gocce di pioggia sul tetto, forse la guerra non esiste.
Ed io,
sapevo fin dal principio che avrei finito per perdermi tra le lettere, andar
fuori di testa e non capire niente.
E ancora cerco di convincermi che le distanze
sono una cosa bellissima. E lo sono, di sicuro, ma vaffanculo. E ancora
distanza, tra i miei pensieri e la penna, tra le mie parole taciute e quello
che dico al resto del mondo. Ancora distanza, tra le gocce di pioggia e le mie parole che
diventano anidride carbonica e si disperdono nella notte.
… Stammi a trecentocinquantacinque chilometri di distanza e corrimi addosso. A tre ore e tre quarti di macchina o cinquanta franchi di treno. Ma corrimi addosso.
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