Gennaio e oggi c'è ancora il sole, anche se un po' nascosto. Ma, se alzo gli occhi, c'è il sole. Però c'è anche la forza di gravità che me li tiene a terra e i malumori che si riciclano, le parole che non ascolta mai nessuno. Gennaio e il desiderio incessante di andare lontano da queste mattine di sentimenti sottovuoto e déjà-vu incoffessabili.
C'è la vita, nei giorni di gennaio: la vita appesa a un filo, la vita contesa tra due strade e ci sono fotografie che mai svilupperò, scatterò. Una scrivania senza fogli sparsi ovunque perché, allora, preferivo non scrivere, ma vivere di respiri che mi dicessero: "non è nulla, non temere, è solo vita, amore." Che passa, agigungerei io. Click.
I cartoni fumanti della pizza portati a casa dopo una giornata di lavoro, noi attorno a un tavolo dove il silenzio viene ucciso a colpi di parole squillanti e risate autentiche. Click.
Un cielo d'agosto di stelle cadenti in ferie, perché si è a corto di desideri. Click.
Qualcuno che non faccia domande ma sia capace di un sincero abbraccio, perché se gridi, non ascolta mai nessuno. Click.
Gennaio e un rullino mai usato, di quelli che nessuno utilizza né utilizzerà più.
C'è il sole, vero, ma anche un cielo che pesa più di quello di Baudelaire, anche non essendo grigio ma del colore di due occhi che non hanno più la voglia di alzarsi verso questo pezzo di cielo. Porzione di cielo dalla quale vorrebbero andarsene. Gennaio e il pensiero rivolto ad un altro orizzonte, ad una torta ancora da preparare e foto da scattare che vengono annoverati tra i buoni propositi mentre, nel frattempo, ci si nasconde dietro all'ombra di un ricordo che non faccia male. Non quanto il presente.
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