E so che bisognerebbe imparare a scrivere per rispetto nei confronti di chi ha bisogno di leggere; é così che dovrebbe essere: scrivere per necessità. Certo, scrivere anche per catarsi, o qualsiasi altro aggettivo vi piaccia e vogliate metterci dentro. Ma, si deve scrivere soprattutto, per necessità, poiché si arriva ad un punto dove è indispensabile dire quello che ci matura e cresce dentro, sotto le nostre pioggie interiori. Trovo che si arrivi ad un punto di fusione dove i pensieri e le emozioni cambiano stato d'aggregazione.
Ti scatta qualcosa dentro, sai? Come quando le persone s'innamorano: cambiano, perdono foglie di delusione e difese e riangono nude ed affamate...
A me, manca un kilo di sorrisi e due etti di comprensione e, perché no, un cartone d'amore a lunga conservazione.
Ciao. Stringimi forte e guardami da vicino. Non da lontano, né troppo piano. Stringimi così forte da non sentire più nulla, più forte che puoi. Tanto da togliermi il respiro, dimenticare il mondo e di avere un cervello e di programmare l'umore artificialmente.
Stringimi e non temere: le emozioni non temono nessun controllo. Loro, quando si esagera, scoppiano. Scoppiano come le guerre. E allora noi "ci metteremo a tremare, ad inchiodare le stelle, a dichiarare guerre". Non si può fare altro se non brillare come le mine e le stelle polari.

La cosa positiva, è che sa pure come disinfettarle.
E allora, che aspetti, sono qui. Stringimi e scavami pure nel profondo.
"Ti scatta qualcosa dentro, sai? Come quando le persone s'innamorano: cambiano, perdono foglie di delusione e difese e riangono nude ed affamate..."
RispondiEliminaSì credo proprio che un giorno la otterrò la prima copia del tuo libro firmata.