Sei salito su quel treno da poco ed è un po', ora, come avere poco tempo e allo stesso momento averne troppo. Il fatto è che sono io, di solito, a pronunciare il "devo andare". Sta sera, ti svelerò una cosa: in realtà, quando dico ciò, tutto quello che desidero è restare.
E lo so che sono lunatica e complicata. E so pure di avere parole difficili, di quelle ostinate a non voler vedere la luce al di fuori della gola. E so di essere un mosaico disordinato, un groviglio di emozioni mal riposte e capelli rossi che non sa stare seduta composta, né fare cinque passi senza inciampare...
Ma, vedi, con te è stato un po' come raccogliere tutti i pezzi e riattacarli insieme per creare qualcosa di nuovo e più veritiero, vivo. È stato un po' come viaggiare stando fermi. Come quando mi sollevi da terra senza troppe storie ed io ti ordino di rimettermi giù che la mia testa vaga già nell'aria per conto suo. Come quando mi fai il solletico finché non mi lasci un momento di respiro dalle risate e comincio a fartelo io. Quando mi alzi dal divano e mi metti a dormire ed io pagherei oro per sapere cosa ti racconta il mio sonnambulismo. Come una giacca nei sabati sera di fine estate quando il vento mi s'infila su per la schiena e mi fa tremare. Come un cinema deserto ed i popcorn caldi, lo spumante raffreddato in congelatore perché non c'è tempo da perdere, te che cucini e mi proibisci di aprire bocca in proposito.
Potrei continuare all'infinito, sai? Racconterò di noi ai libri, alle stanze vuote ora che se via, alle persone che incontro e a quelle al supermercato. Parlerò di come la vita si diverta con i nostri destini, di come giocavamo da piccoli: tu la peste ed io il maschiaccio, e di come forse eravamo destinati a diventare ciò che siamo.
Racconterò di noi agli anziani che ti fermano per strada per chiaccherare un po' e sorriderò. Sorriderò inconsapevolmente prima di parlare del nosto scontro casuale quel lunedì tredici dove entrambi eravamo a pezzi.
E non importa quanto possa risultare banale, bello, triste, arrabbiato, malinconico, romantico il mio racconto. Ciò che conta siamo tu, io. E, sappi amore mio, che adesso io e te siamo diventati noi.
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