sabato 8 settembre 2012

Quando il cuore si mangia l'anima. (Dove sei?)

Forse, quello che sto cercando di dire è che la paura uccide. La paura uccide l'amore. Sono le piccole cose, nevvero? Sono le piccole cose che contano. Come quando cadi in bicicletta e nessuno se ne accorge, da un lato è un sollievo per la figuraccia scampata, ma dall'altro ci si sente invisibili, insignificanti. E allora verrebbe quasi voglia di prendere quella bici e scaraventarla nuovamente a terra, saltarci sopra e ridurla ad un ammasso di ferro.
Ma non lo si fa. Ci si rialza, si toglie la polvere dai vestiti e si asciugano le lacrime. Ci si rialza sempre. Eppure, eppure quella sensazione di abbandono resta. La paura s'inchioda alle gambe timorose di riprendere a pedalare con vigore. Io non temo il dolore, io temo il vuoto: non la caduta ma l'indifferenza. Dove sei quando tutto attorno è vuoto ed ho più bisogno di te?
Se sono le piccole cose che contano, allora dimmi, dove sei quando il cuore si mangia l'anima e ne fa scendere l'essenza dai miei occhi stanchi? Quando divoro scatole di biscotti, illudendomi di poter così possedere la polvere di stelle? Quando vorrei più sogni e meno desideri sfuggevoli e con la sera cala anche il freddo, salgono gli incubi e la cena pure.
Non sono pronta ad accontentarmi del nulla. E tu? E vorrei più sogni per alzarmi e più forza per correre, e vorrei vivere senza chiedermi perché, senza chiedermi di noi.
E se ci arrendiamo? Se il mondo cade e la luna non rimane più un sogno? E se si arresta anche il vento e non ci bagna più la pioggia, cosa diventiamo noi, amore? Polvere. Come polvere stanno diventando i miei ricordi di noi, di te. Forse perché certe cose, certe persone non si devono ricordare, ma solo amare. Tu ti ricordi? Ti ricordi quando mi stringevi forte mentre tremavo e tutto ci bruciava attorno? Io c'ero. E, tu, ora?

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