Sai, io stessa ho passato mesi a cercare di vaccinarmi, di mettere sotto formalina i miei sentimenti, convinta di poter così diventare forte ed inflessibile ad ogni palpitazione del cuore che attribuivo al mio consumo sconsiderato di caffé. Ho poi passato mesi a combattere l'insonnia e altrettanto tempo a convincermi di non provare nulla se non sentimenti incerti. La verità? Valla a sapere…
So solo che, tutto ciò, si è rivelato essere ben poca cosa se ogni volta che ho fatto appello alla ragione, questa mi ha sempre rinviata al sentire. Così, mi sono accorta d'esser negata ed annegata nel mio tentativo, perché difese come quelle, crollano al primo soffio di vento, o messaggio inatteso.
Sorellina, tu sei come me: ti capita raramente di voler del bene a qualcuno, ma se lo fai, è sempre a fondo perduto. Ti parlo di tutto ciò proprio perché, a riguardo, non mi resta più nulla da dire e questo è il momento in cui le parole si sono consumate, e il silenzio può cominciare a raccontare. È quel momento in cui senti di non poter non solo più far nulla, ma anche pensare di poter fare qualcosa: l'unico momento buono per poter tornare a respirare, a riattaccarti i pezzi di te che ti son stati strappati per l'ennesima volta, ma con un sorriso, perché c'è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce.
Sorellina, esci: è già nuovamente primavera, e il dolore non ha diritto di sorprenderti seduta a terra, col viso tra le mani. Non contare su nessuno: io ho perso il conto di quante volte sono caduta in mille pezzi davanti a tutti, e nessuno si è degnato non dico di aiutarmi a rialzarmi, ma anche solo di avvicinarsi. Nessuno. Per questo mi sento di scrollarti, di prenderti per la felpa ed esortarti ad alzarti e a smettere immediatamente di essere buona con tutti. Alzati e volta le spalle a chi finge di volerti bene, a chi non sceglie mai, a chi non ha mai paura, a chi dice di esserci. Certo, in teoria ci sono tutti, ma in pratica, dove sono? Non fare sconti a nessuno. O ci si è, o no. O si è dentro, o fuori. Tu hai bisogno di qualcuno che resti, non di un prestigiatore.
So cosa mi risponderai, ora: che se noi non siamo abituate a chiedere a nessuno di rimanere nella nostra vita, non è detto che non desideriamo che questo qualcuno vi resti. Sai cosa ti dico? Se qualcuno tiene a te, rimane a prescindere. Se qualcuno veramente tiene a te in qualsivoglia modo, ti prende in braccio o non ti lascia andare via, qualora tu possedessi il mio stesso impulso alla fuga. Chi tiene a te lo dimostra. Non credere ad una sola parola: lo fa a gesti. Io sono nauseata dalle belle parole. Anche il complimento più disinteressato mi suona come l'ennesima bugia, sarà che di belle parole ne ho sentite fin troppe, sarà che chi a parole diceva di morire per noi, ancora respira. Anche quelle delle canzoni, sorellina, non credere nemmeno a loro. Le canzoni, in fin dei conti, non servono a nulla: ci si salva sempre e solo da soli.
Alzati, sorellina. Noi siamo fatte così: sentiamo il doppio, e spesso, questo ci si rivolta contro. Ma ti svelo un segreto: siamo anche fortissime. So che eri cosciente del fatto che tutto ciò fosse sbagliato, sbagliatissimo, e che sarebbe poi finito a spargimento di sale sul tuo cuore. Ma pur sapendo, l'hai fatto. Consapevole di sbagliare, hai perseverato nell'errore: ne hai avuto il coraggio. E tutto ciò, perché ti rendeva felice. Come puoi non esser fiera di te stessa? Certo, ora sei ancora lì, seduta. Ma sai qual'è il bello? Che chi ha il coraggio di lasciarsi cadere, si rialza sempre. Certo, prima bisogna lasciare che il male passi, allora urla, piangi, sentiti morire un po' dentro: lasciagli fare il suo corso. Noi possiamo cadere centinaia di volte, ma ci rialziamo. Ogni volta un po' più leggere, un po' più acide, ma ci rialziamo sempre.

"E se non passa?"
"Se non passa, ci passi sopra tu."
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