Come appoggio la testa, che sia sui miei gomiti o sul
cuscino, i miei pensieri prendono forma con la violenza di treni in corsa che
deragliano. Se solo il tempo potesse scivolare liscio, senza continuamente
urtarci o ferirci… Se solo si potesse mettere sotto vuoto anche i pensieri, oltre
che le emozioni. Ma non si può; così, questi, continuano a spaziare dal futuro
al passato e, infine, al presente. Tempo sul quale, però, non son soliti soffermarsi
perché, è risaputo, quest’ultimo, non ci mette molto a divenire passato.
Sapete, ho sempre desiderato essere una persona diversa,
liberarmi dalla mia pelle ferita e entrare in un’altra meno viva, forse più forte
e, per questo, meno sgualcita: una di quelle come i vestiti che dopo esser
stati lavati non c’è bisogno di stirarli… Ma, ciononostante, sono rimasta
sempre un groviglio di capelli spettinati e sentimenti mal riposti, che non
sopporta le regole, caratterialmente instabile ed emotivamente fragile, a volte
acida, ma sincera e forse questo risulta essere il mio più grande difetto:
mettere troppo cuore in ciò che si fa, e troppa aspettativa nelle persone. Poi
ho compreso. Ho compreso che, al giorno d’oggi, avere un buon cuore può essere
una qualità positiva solamente per l’espianto di organi. Che ad un certo punto
non serve a nulla rannicchiarsi da qualche parte della propria mente, per inventarsi
delle storie, aspettando che lo schifo ci scivoli via, e i pensieri cessino di
prenderci a schiaffi. Inutile raccontarsi bugie: la mia mente non vuole
lasciarti perdere: l’hanno capito tutti, nonostante io non parli con nessuno,
mi si legge in faccia. …
Però, credo si arrivi ad un punto dove la paura di andare
avanti svanisce, rispetto a quella di guardarsi indietro. È un processo che ha
inizio quando le cicatrici si rimarginano, perché le si è curate con le proprie
mani e non si alza più a testa a sperare che cadano stelle. Se mai, si aspetta
che siano le persone stesse che le hanno causate, a cadere, magari dalle scale,
di faccia e con le mani in tasca.
Il fatto è che, alla lunga, le illusioni svaniscono, si alza
la testa, e si comprende che le persone dicono continuamente di non volerci
ferire… Già… “Non ti voglio far del male” e poi ti accoltellano, oppure: “non
posso vivere senza di te” e poi non muoiono… Io non so se sia vero, che certe
persone finiscano per mancarci maggiormente quando non possiamo comunicargli
questa mancanza… Ma so per certo che, ad un certo punto, finirà per esercitare
su di noi un male così costante da risultare impercettibile. Sapete, sono
sempre stata una di quelle anime che si è ritrovata sempre a far i conti con la
solitudine, a scrivere decine di lettere al mondo, che non ha mai scritto a me.
Poi si arriva al punto in cui il vuoto non può più far paura, come nemmeno chi
tenta di incuterci timore: nella maggior parte dei casi, la loro, è solamente
una montatura. Io, di paura, non ne ho più.
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