Ci sono
cose, sorellina, che imparerai a non voler più guardare da vicino. Situazioni,
luoghi, persone, che col tempo non avrai più energia di analizzare, di
esplorare, o di far sì che l’odio che provi alla loro vicinanza si trasformi
nel suo esatto opposto. Credimi, cercherai ancora di avvicinarti ad essi,
inutile negarlo: è inevitabile. Anche con l’inconscio, anche con la telepatia o
le allucinazioni. Magari succederà una sera d’autunno, in mezzo alla folla, con
la borsa della spesa sulla spalla e i libri sotto il braccio. Ti volterai di
scatto per verificare se i tuoi occhi non ti stiano nuovamente mentendo e la
mente ti stia giocando un’altra volta uno scherzo, ansiosa di vedere, come la
prima volta che hai visto e l’ultima che ti sei ritrovata a perdere.
Io non guardo
più da vicino libri di autori ben determinati, non entro più in parole poste in
quattro quarti per leggere ciò che sta dietro e ciò che ne deriva, non mi
preoccupo più della posta rispedita al mittente, dei resti di parole e delle
nostre vite. Di ciò che rimane una volta che tutto sarà realmente passato. Non
prendiamoci in giro, l’amore non rende completi, tanto meno quello platonico… noi
tutti siamo già completi. L’amore ci squarcia, ci apre senza pietà, ci spezza,
in due.
Io, prima
di tutto, prima di tutti, prima di qualsiasi altra cosa, ho bisogno di me. E se
mi trovo di nuovo ad essere un casino coi capelli rossi, è perché, quando tempo
fa avevano questo colore, ero felice. Sorellina, resta integra per quanto ti
sarà possibile, so perfettamente che esistono rapporti impossibili da
classificare, di un odio talmente viscerale da creare dipendenza, di una
somiglianza così forte da fare paura… Non cercare di entrarvici, di capirne il
perché, di darne una definizione: si chiamano tossici. Digli di lasciarti
stare, che non esiste né giornata, né mese, né momento adatto perché possano impadronirsi
dei tuoi pensieri e colmare le ore vuote della tua insonnia. Dì di lasciarti
stare, qualora possedessero la capacità di leggerti, dì che si sbagliano e che
quelle come te e me sono incomprensibili persino a se stesse. Digli che non hai
nulla di più da dire, tranne parole che non si meriterebbero. Che ti dovranno
sorprendere seriamente, oppure lasciarti stare. Sorellina, ci sono assenze che
si fanno sentire molto di più della presenza di qualsiasi altra persona, eppure
risultano essere necessarie perché tu non possa diventare così, come me, che
ormai mi ritrovo ad essere perennemente distratta e incoerente, quando quello
che voglio è più forte di quello che desidero e mi ostino a ripetermi che non
esiste nessuna mancanza, mentre i libri ancora non urlano, ma riescono
perfettamente a dire tutto ciò che ancora rimane da dire: “Nessuna assenza,
manchi solo tu, /cosa vuoi / che sia, un’inerzia.
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