„E
magari pioveva.“
Piove, è un giorno scuro, e sulla
penna cerca di vincere una specie di dormiveglia, che mi attacca qui, in un caffé, con un libro sulle ginocchia, gli occhi fissi a quella finestra e la mente che corre pochi chilometri lontano da me. A cadere, oggi, è anche questa malinconia di melassa che mi riporta alla consapevolezza che nessuna lettera è mai stata scritta invano, neppure quando questa non arriva a destinazione.
penna cerca di vincere una specie di dormiveglia, che mi attacca qui, in un caffé, con un libro sulle ginocchia, gli occhi fissi a quella finestra e la mente che corre pochi chilometri lontano da me. A cadere, oggi, è anche questa malinconia di melassa che mi riporta alla consapevolezza che nessuna lettera è mai stata scritta invano, neppure quando questa non arriva a destinazione.
Forse, come quei cassetti che non vanno più
aperti, ci sono anche pagine da seppellire e dimenticare. Forse è proprio la
perdita a darle il loro valore, perché se sopravvivono lo fanno per volere del
caso, per una distrazione calcolata inconsapevolmente. Mi si stringe il cuore a
questo desiderio vago di cose ignote…
Che, a dirla tutta, per poterci mancare,
qualcosa, avremmo almeno dovuto averlo. Ma come fare se ciò che resta a degli
occhi come i miei, che ogni notte perdono qualcosa, è una speranza innata che
esistano persone il cui destino è scontrarsi, un giorno, ovunque siano, ovunque
vadano? Speranza data dal fatto che io non son brava a parlare, ma ho imparato
a sentire. Ci sono pertanto persone che ascolto, altre alle quali non do la
minima importanza, e poi quelle che mi affascinano, che sento. Non sono
certamente perfette, alle volte sono le peggiori, a tratti non le sopporto
nemmeno, eppure sono le persone che sento, persone dalle quali non mi sono
spostata nemmeno per schivarne il colpo che mi hanno sparato per riuscire ad
entrare in me e, la pelle, su queste cose, ha una memoria di ferro.
Ed è telepatia: conosco ogni loro risposta, ed
è inspiegabile il modo in cui mi sanno affrontare, e le mie difese siano pronte a
cadere, mentre ancora non riesco a capire cosa mi stia succedendo, e ciò che più
fa paura è la consapevolezza di non stare capendo. Quindi, non occorre fare la scelta giusta, non occorre
neppure scegliere: finché non lo facciamo, tutto resta possibile. Dovremmo
imparare a dire ciò che proviamo al momento in cui questo accade, ma io non
sono fatta così e tu nemmeno: incredibile quanto si possa sapere tutto di una
persona e al contempo nulla. E magari, pioveva, e magari c’eri ma nulla era
migliore. È un giorno scuro, dovresti vedermi persa in un divano tre volte più
grande di me, persa nei pensieri, persa nel conto dei giorni, nel mio disordine
e in questa sensazione che il tuo non sia tanto diverso dal mio, mentre
pensando perdo anche il filo del discorso... perché, piuttosto che chiede
informazioni, indirizzi, consigli, preferisco perdermi. Piove, e perdendomi, mi
riesco a trovare, in questo giorno di meteoropatia al contrario, mentre scrivo lettere senza destinatario e mi accorgo che sta accadendo „Qualcosa di strano – dentro -
/ quella che ero - / e quella che sono, adesso – due cose divise - / potrebbe
questa essere – Pazzia?“
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