domenica 15 settembre 2013

Potrebbe questa essere - Pazzia? (Meteoropatia al contrario)

 „E magari pioveva.“
Piove, è un giorno scuro, e sulla
penna cerca di vincere una specie di dormiveglia, che mi attacca qui, in un caffé, con un libro sulle ginocchia, gli occhi fissi a quella finestra e la mente che corre pochi chilometri lontano da me. A cadere, oggi, è anche questa malinconia di melassa che mi riporta alla consapevolezza che nessuna lettera è mai stata scritta invano, neppure quando questa non arriva a destinazione.
Forse, come quei cassetti che non vanno più aperti, ci sono anche pagine da seppellire e dimenticare. Forse è proprio la perdita a darle il loro valore, perché se sopravvivono lo fanno per volere del caso, per una distrazione calcolata inconsapevolmente. Mi si stringe il cuore a questo desiderio vago di cose ignote…
Che, a dirla tutta, per poterci mancare, qualcosa, avremmo almeno dovuto averlo. Ma come fare se ciò che resta a degli occhi come i miei, che ogni notte perdono qualcosa, è una speranza innata che esistano persone il cui destino è scontrarsi, un giorno, ovunque siano, ovunque vadano? Speranza data dal fatto che io non son brava a parlare, ma ho imparato a sentire. Ci sono pertanto persone che ascolto, altre alle quali non do la minima importanza, e poi quelle che mi affascinano, che sento. Non sono certamente perfette, alle volte sono le peggiori, a tratti non le sopporto nemmeno, eppure sono le persone che sento, persone dalle quali non mi sono spostata nemmeno per schivarne il colpo che mi hanno sparato per riuscire ad entrare in me e, la pelle, su queste cose, ha una memoria di ferro.

Ed è telepatia: conosco ogni loro risposta, ed è inspiegabile il modo in cui mi sanno affrontare, e le mie difese siano pronte a cadere, mentre ancora non riesco a capire cosa mi stia succedendo, e ciò che più fa paura è la consapevolezza di non stare capendo. Quindi,  non occorre fare la scelta giusta, non occorre neppure scegliere: finché non lo facciamo, tutto resta possibile. Dovremmo imparare a dire ciò che proviamo al momento in cui questo accade, ma io non sono fatta così e tu nemmeno: incredibile quanto si possa sapere tutto di una persona e al contempo nulla. E magari, pioveva, e magari c’eri ma nulla era migliore. È un giorno scuro, dovresti vedermi persa in un divano tre volte più grande di me, persa nei pensieri, persa nel conto dei giorni, nel mio disordine e in questa sensazione che il tuo non sia tanto diverso dal mio, mentre pensando perdo anche il filo del discorso... perché, piuttosto che chiede informazioni, indirizzi, consigli, preferisco perdermi. Piove, e perdendomi, mi riesco a trovare, in questo giorno di meteoropatia al contrario, mentre scrivo lettere senza destinatario e mi accorgo che sta accadendo „Qualcosa di strano – dentro - / quella che ero - / e quella che sono, adesso – due cose divise - / potrebbe questa essere – Pazzia?“

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