mercoledì 15 maggio 2013

Altro che solitudine dei numeri primi (qui è la decadenza dei sentimenti)


Non si pensa mai che il tempo è composto da gocce che colano inesorabili su di noi.Il tempo non aspetta, e la maggior parte della gente cerca di vivere in modo da poter ignorare questa verità… È facile, ignorare, perché la sera cala a tradimento e non si può aspettare chi non tornerà più.
Qui, a non arrivare è il sonno, l’acqua alle rose appassite sul tavolino e qualcuno che si avvicini ad abbracciarmi. Non si pensa mai al fatto che per sopravvivere occorrano almeno due abbracci al giorno e qualcuno che ci faccia ridere almeno il doppio delle volte. Non si fa mai caso alla filosofia delle rotaie del treno: alla certezza che hanno di non potersi mai incontrare e, nonostante ciò, ostinate, continuano a corrersi a fianco. Altro che solitudine dei numeri primi… qui è la decadenza dei sentimenti. Non si pensa mai che se la mattina si chiamassero le persone che si sognano di notte, la vita sarebbe più semplice…
L’insonnia non molla: parassita. Inutile cercarlo, il sonno, inutile cercare di soffocarvici la rabbia. Inutile che mi continui a costruire da me muri con tanto di fossato attorno, se poi finisco sempre per sbirciare da sopra. Forse la cura sta nell’imparare a dimenticare, a lasciare andare, a non pensare a quello che crede o dice la gente.
Ben vengano i codardi. Benvenga chi mi abbandona, perché mi restituisce a me stessa. E benvenuti coloro che mi fanno vivere e basta, semplicemente vivere, senza lottare in ogni singolo momento. Il tempo non perdona, e allora, forse, la cura a tutto è quella di lasciare accadere ciò che sta accadendo. Permettere a ciò che è si esistere. Bisognerebbe lasciare cadere ogni tensione e fare così in modo che la vita possa fluire. Perché quando lo facciamo è fantastico, quando lo facciamo, la vita tutt’a un tratto, non se ne sta più nella boccia del pesce rosso, sui tetti che si vedono nelle notti insonni dalla finestra.
La vita è ovunque: in strada, nella notturna calma allucinata di una nottata tra amici, nella fame di abbracci. La vita sta nella soddisfazione di riuscire, nonostante tutto, a sbattere ancora un sorriso in faccia a quella gente che parla finché non trova qualcosa da dire. Sorridere e lasciare che si domandi perché io lo faccia ancora.

1 commento:

  1. Non ti è mai capitato di pensare che forse potresti essere tu la prima persona ad abbracciare colui che durante la notte hai sognato? Certe persone sono così presuntuose e credono che tutto gli è dovuto, è sempre colpa degli altri che sono ciechi e non vedono ciò che gli accade. Ma quelle rose sul tavolino che colpa ne avevano? Perché non ti sei alzata a dare loro da bere? Non avevano compreso che tu non potevi farlo? Forse se la smettessi di crogiolarti in un mondo di autocommiserazione virtuale e uscissi, ti renderesti conto che c'è qualcuno che ancora aspetta il tuo abbraccio.

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