Così sto.
Forse arrabbiata, ma si sa, quando la rabbia viene trattenuta troppo a lungo, scava un fosso. Dentro, ci andranno a finire tutte le parole non dette al momento giusto. Le urla taciute. Le proprie ragioni mancate. Un giorno, però, sarà troppo pieno e straborderà.
So che lo farà, come so di essere un casino, so che sono più incline agli schiaffi che alle carezze: le ho sempre respinte tanto che ora, per la prima volta, ne sento la mancanza. Ora che tutte le difese lentamente, una dopo l'altra, crollano.
Ora che spingo via tutti dalla mia vita, mentre tutto quello che vorrei è che loro lottassero per restare. Nemmeno io riesco a sopportarmi: la testa piena di pensieri senza che nessuno si tramuti mai in parole. Insopportabile.
Il fatto è che se nessuno ti parla, si finisce per pensare, e la vita va a rifugiarsi tutta nei pensieri. E io non faccio altro. Penso. E continuo a pensare che, quando uno s'innamora, non debba dirlo a nessuno.

E sono consapevole che questa rabbia, un giorno, esploderà. Magari lo farà in un momento qualsiasi, di un giorno qualsiasi, senza che accada nulla di particolare. Lo farà talmente inaspettatamente che la gente si chiederà se io non sia impazzita.