martedì 23 aprile 2013

"Ti è passata?" Come se l'amore fosse una malattia. (Essere ombra a Primavera)

Non sono infastidita, arrabbiata con questa primavera altalenante. Non inveisco contro questo sole indeciso che quando decide per spendere è una pugnalata alla mia pelle troppo bianca. So bene che il mio sentirmi ombra non lo fermerà. Non ho rancore per quanto scrivevo un anno fa, quando la Primavera non era una semplice stagione, ma una scelta da prendere.
Ce l'ho a morte, invece, con le parole che restano in gola e non si sciolgono nemmeno sotto questo sole spietato. Porto rancore verso quelle persone che sono incapaci di andare oltre, di comprendere perché uno si stia ricoprendo di aculei. Verso chi giudica, manco ne avesse il diritto, in base alle pure azioni.
Pensateci, quante volte basta mettere una maschera sorridente, dire un "ciao" e per tutti si sta bene? Sono arrabbiata con la gente che mi chiede "ti è passata"? Come se l'amore fosse una malattia.
Sono arrabbiata perché consapevole che si guarisce da qualcosa solamente ammalandosi di altro.

Contro chi crede che io sia forte, insensibile. La verità è che nessuno capisce mai nulla. Non sono forte: non lo sono mai stata. Mi rompo continuamente in mille pezzi, solamente che ho imparato a farlo silenziosamente, senza rumore alcuno. Però sono al contempo fortissima. Lo sono perché le persone veramente forti passano notti intere piangere e il giorno dopo sorridono come se nulla fosse successo. Perché la gente è ignorate, non capirebbe mai qualcosa che vada minimamente oltre al tangibile. La gente è di un'ipocrisia esemplare.
La gente.

Poi ci sono le rare eccezioni. Come lui. Quelle rare persone capaci di andare oltre. Quelle che raccoglieranno sempre anche il più piccolo pezzo di te per rimetterti insieme. Quelle che ti convinceranno del fatto che tu non sei il disastro, il fallimento che credi e che gli altri sostengono tu sia.
Io ne ho incontrata una tempo fa. E ora, in questi giorni lontani da casa mi viene in mente quando poche settimane fa mi hai insegnato a usare la frizione. Mi hai obbligata a non pensare al male, ma solo ad andare per la mia strada. Sai, mio padre aveva già provato a spiegarmi il meccanismo, ma nulla da fare: un disastro. Poi sei arrivato te, mi hai spiegato come fare senza giudicare, e tutto è sembrato più facile.
In fondo, che può essere vivere, rispetto a guidare una macchina? Non lo so. Forse nemmeno tu, vero? E allora cerchiamo di spiegarci come si fa.
 

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