"Come stai?"
(Il fatto è che non lo so nemmeno io. Non c'è nulla che la nebbia non abbia ricoperto: lei divora ogni cosa. E, in fondo, il nero è il colore che ho dentro.
Sto. Sto qui, lontana dalla perfezione, dall'equilibrio e da me stessa. Consapevole di essere una persona definita difficile. Difficile per gli altri: una di quelle indecifrabili per chi la legge in superficie. Eppure devo molto a queste persone, davvero.
Devo molto a chi ho odiato, a quelli che non amo e non amano me. Gli devo molto per il semplice fatto che non devo loro nulla, perché mi hanno reso talmente fragile da farmi apparire più forte che mai. Ringrazio chi mi ha fatto scoprire l'odio, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto "ti voglio bene" credendoci e chi invece l'ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Li ringrazio perché ho sempre trovato la forza di rialzarmi.
Forse è anche per questo che risulto essere una di quelle persone distanti dal mondo, un po' distratta perché distrutta.
Per questo vengo giudicata antipatica, quella a cui non importa nulla di nessuno. Già... Quanti "non importa" ho detto in risposta, quando invece importava molto. Ma le persone si fermano sempre lì. Sul ciglio dell'acqua degli occhi, si fermano a quello che decido di mostrare. Eppure io non aspettavo altro che qualcuno che mi spogliasse dalle mie paure.
Per questo credo che non ci sia niente di peggio che avere rabbia e ragione per il fatto di commettere sempre lo stesso errore: quello di pretendere di salvare alcune persone, quando in realtà l'unica cosa che dovrei fare è salvare me stessa da loro.
Sono al limite. Sai quando ho scoperto di essere sul ciglio? Quando ho cominciato a piangere per delle stupidaggini. Quando una parola detta al momento sbagliato, un gesto insignificante mi ha colpito nel profondo. Non credo di essere così debole, ma so di aver sopportato per troppo tempo. So di aver detto troppi sì, quando avrei voluto solamente dire no. Il problema è di aver sempre risposto "sto bene". E la primavera non è mai stata così fredda.)
"Sto bene, grazie."
Credersi la persona peggiore al mondo, non è tanto diverso dal credersi la persona migliore al mondo: è dare a se stessi un posto nell'universo che non si è meritato.
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