Mi trovo nuovamente
seduta su quella poltrona, la coperta sulle spalle, a pensare a cose
insignificanti: “ho bisogno di qualcosa che non sia di questo mondo”,
ricordate? E ancora non capisco perché io stia scrivendo, quale impulso m’induca
a gettare su carta i miei sentimenti nero inchiostro. In fondo, non mi dà
sollievo alcuno: uno deve scrivere per svuotarsi, scrivere dovrebbe essere come
fare l’amore… eppure, eppure non è più così. Ho perso le parole per strada, o
forse ne ho troppe e non riescono a uscire in maniera comprensibile a me
stessa, figuriamoci al resto del mondo. Eppure voglio capire. Voglio capire
perché, alla fine, la penna è sempre più veloce della mia decisione di non
scrivere. Ci sono state persone che hanno cercato di leggermi, ma le mie
emozioni non erano in saldo, chi ha giudicato solo dalla copertina, chi non ha
avuto il coraggio di leggere oltre la prima pagina. Magari arriverà un giorno
qualcuno capace di leggermi veramente: dall’inizio fino alla fine. Magari. E che
coraggio dovrà avere!
Ci vuole
coraggio, in questa esistenza: ci vuole un coraggio incredibile per alzarsi dal
letto ogni mattina, per indossare una maschera che faccia sì che la gente non
faccia domande. Ci vuole ancora più coraggio, però, per esprimersi, per non nascondere
la propria fantasia, il proprio amore. Non nasconderli perché lavorare di
fantasia, alle volte, è l’unica cosa che rimane per salvarsi, certo, un trucco
insulso, ma di sicura riuscita. L’amore, invece, è tutt’altra questione: l’amore
non bisognerebbe nasconderlo mai, forse in periodi in cui ci si rende conto di quanto
si è labili, come in questa primavera di cieli instabili, bisognerebbe celarlo
dietro un trucco più pesante, dietro vestiti scuri e capelli disordinati. Senza
però coprirlo più di quanto basti, poiché alle volte c’è qualcuno che deve
poterlo scorgere, dal momento che non ci si salva mai da soli.
Forse la
soluzione a tutto sarebbe semplicemente rendersi conto di essere vivi e farsi
bastare questa presa di coscienza. Ma una vita non basta. Non basta mai. Come anche
un foglio bianco e l’inchiostro di una penna non riusciranno mai a esprimere
appieno cosa si cela dietro a quella pelle smunta e occhi di ghiaccio. E ancora
non so perché io scriva ancora giacché la vita, alle volte, gira in un modo che
non c’è proprio più niente da dire.
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