giovedì 25 luglio 2013

Cara catastrofe... (La notte porta scompiglio)

Ho mal di testa e cerco la mia vena poetica. Non so cosa mi stia succedendo, è vero, non riesco più a dare un senso a ciò che scrivo. Forse nessuno riesce più a prendere sul serio le mie parole perché, quando diventi farfalla, non si ricordano più di ciò che è stato quando strisciavi da bruco e non volevi le ali.
Vorrei urlare, urlare a pieni polmoni: non avere paura delle parole dette a voce come non ne ho della penna. Anche se un senso non c'è. Non c'è senso, perché la notte, a me, non porta consiglio ma solamente scompiglio. Perché c'è a chi manca qualcuno che non potrà mai riabbracciare, e non sa come fare. C'è chi ha bisogno della droga e si strugge. Chi teme di rimanere solo con sé stesso, per paura che la sua facciata crolli. Ci sono persone talmente diverse, da essere destinate a rimanere insieme per una vita intera e altre, così uguali, che finiscono per sfiorarsi soltanto.
Poi ci sono io, che mi nascondo sotto un castello d'auto illusione pregando che non arrivi il vento a far crollare il tutto. Ci sono io, così come sono, che guardo la luna spostarsi nel corso della notte, quando in realtà siamo noi, a muoverci... E anche questo, un senso non ce l'ha. Sono qui, con le gambe incrociate e lo sguardo appoggiato sui tetti della città, un po' dentro mi ripudio e mi chiedo come possa essere finita nel mezzo del tornado dei miei pensieri, cercando di aggrapparmi a qualunque espediente mi distolga dal pensare a quella mancanza. Ora come ora, andrebbe bene qualunque pensiero superfluo: qualunque cosa in grado di sfumare lentamente sulle pareti della mia mente, senza lasciare traccia. Perché abbiamo tutti cuori della grandezza di un pugno, e sogni che non resistono all'impatto.
Forse è vero che le cose si finiscono per ottenere quando non le si desidera più: è vero, perché è totalmente illogico. Così, ogni tanto, qualcuno con una qualche pacca sulla spalla o bestemmia, mi ricorda che sarei io, il tornado. Che tutto torna, che sto vorticando, che è nulla quello che mi circonda e che sono fin troppo instabile. se dietro al cinismo ho ancora occhi cristallini che non riflettono per nulla le mie parole. Ecco, non voglio più pensarci, né desiderare. Ma mi è tutto così incomprensibile, stanotte, è tutto al limite del proprio contrario...
Vorrei poter usare dei punti esclamativi nelle mie frasi. Vita, che ne dici di lasciar perdere i limoni, e ridarmi indietro un po' di certezza? Ridammi tutto. "Ma tanto tu non crolli mai." Magari, io crollo dentro, fuori, crollo. Ma qualcosa che crolla, si può sempre ricostruire, e io devo cominciare a farlo. Allora, saranno tante le parole che scriverò, e magari si caricheranno anch'esse di senso. Forse alcune finiranno per somigliare a quelle che ho già scritto, altre ancora saranno banali. Eppure mi rendo conto che i sentimenti che si alternano nella mia testa sono troppi per poterli descrivere. Qu
ndi aspetto che un temporale estivo porti via questa confusione...
"E per struccarti useranno delle nuvole cariche di pioggia, adesso che sei forte, che se piangi ti si arrugginiscono le lacrime."

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