lunedì 22 luglio 2013

È più forte di me. (Quasi camminassi in mezzo alle macerie)

A cosa serve questa pioggia tempestosa, che prova a cullarmi inutilmente verso il sonno? E a cosa servono chilometri di lettere, se poi tutto questo è destinato a sciogliersi? Se poi, quando ti saluto in quel modo, non capisci che dovresti rispondermi "anche io"? Forse non serve a nulla. Vero, per un nichilista il nulla sarebbe già un tutto... E forse tutto questo non ha uno scopo ben preciso, ma possiede un significato, come i racconti che non rendo pubblici, perché so di averci messo troppo di me e che, in fondo, basterebbero a dire tutta la verità. Ma, chissà perché, quel poco non riesco a confessarlo nemmeno a me stessa.

Nessuno mi ha ancora detto di scrivergli, qualora mi perdessi. E così, quando ciò accade, corro. Corro perché risulta essere istintivo pensare che più veloce si riesce a scappare, meno possibilità ci sono che i ricordi, la verità o semplicemente quello che si pr
ova, ci assalgano. Correre è un po' come restare in silenzio. Io, questa sera mi sento persa, e allora mi armo di penna e scrivo, cercando di prendere a calci tutti i miei fantasmi, pur possedendo la consapevolezza che uno scrittore rimarrà sempre negato in questo.
E poi? E poi quei fantasmi, inevitabilmente ti raggiungono, e la buona volontà la si perde, perché non si è così veloci nell'atto di scrivere, e perché la pelle ha pur sempre una memoria di ferro. Ci sono poi anche cose che finiscono per ucciderci per paura di viverle.

La verità? La verità è che vorrei riuscire a gridare a me stessa che cosa mi stia prendendo nel profondo. Perché risulto essere indifferente, quando sono perfettamente cosciente del fatto che è proprio nel momento in cui non abbiamo più voglia di nulla, che necessitiamo di tutto? Sono spaventata, vero. Sono spaventata e mi manca il fiato come una che combatte sola. Ci sono cose di me che continuo a chiudere in un cassetto e a buttarne la chiave... Ne è la prova questo sguardo, quasi camminassi in mezzo alle macerie. Che cosa è crollato? La mia ostinazione nel raccontarmi bugie. Ancora non so se si possa avere un cuore al contrario e un'anima in negativo, che ci portino a desiderare ciò che non possiamo. Sono fatta così, cerco di auto convincermi di non lasciarmi coinvolgere, salvo poi metterci sempre troppo cuore. Questo non mi dà pace. È un sentimento insonne, veloce, spietato. E ancora, mentre di notte si amplifica ulteriormente, e non faccio altro che cercare di scacciarlo, lui sorride: "non ce la fai vero?". Chiedo perdono, è più forte di me.

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