giovedì 15 dicembre 2011

Ciao mondo, ciao teatro dell'assurdo

Mi hanno chiesto di scrivere. "Di cosa?"
"Di qualsiasi cosa, dal momento che un senso, come dici, non c'è."
Ciao mondo, ciao teatro dell'assurdo dove la poesia ha già da tempo cessato di esistere. Qui, se la musica non ha lasciato traccia, è perché le sue stesse parole un senso non lo possiedono e quindi non ci si può fermare a carpirne il significato.
Se i libri si scaricano da internet e nessuno si sofferma più a sentirne il profumo, a sottolinearli e a lasciare ad essicare fiori all'ultimo capitolo; il tempo per sognare, per cambiare il mondo, per correre sotto casa con un mazzo d'insalata (sì, proprio così) ad aspettare, dove sta? E cosa siamo diventati di preciso? Incompatibili, pezzi di puzzle diversi? Lo siamo sempre stati: incompatibili, ma per il fatto d'essere due pezzi identici.
Cosa potevamo diventare d'altro in questo mondo dove tutto ciò che vediamo è nient'altro che una realtà alla quale la maggior parte di noi si arrende? Dove i professori hanno deliri di onnipotenza e le vipere sembianze sì orrende, ma pur sempre umane?
"Allora, Alis, perchè..."
Il conformismo ha assalito anche te o, meglio, ti si é appiccicato addosso come melassa.
Mi hanno chiesto di scrivere, mi hanno guardato con sguardi desiderosi di capire senza chiedere niente. Volete risposte? Perchè semplicemente non mi leggete? È così difficile arrivarci? Pare di sì.
Cosa devo fare ancora? Devo fare piovere, cosicché l'acqua sciolga il colore col quale avevo pitturato le rose, rivelando la loro vera natura? Quante cose potremmo capire dalle persone semplicemente leggendo quello che scrivono...
Ecco, te, mondo o chiunque stia a leggere queste parole senza accennarvi replica o risposta, dimenticandosi che chi tace acconsente, sai, le persone sono come i libri. Hanno tanto da raccontare, ma vi differiscono solo nei capitoli che, negli uni sono opere complete, mentre ogni persona è infinita: ha un mare di emozioni dentro. Nessuno lo ammette, però. La gente preferisce crogiolarsi nei propri dubbi piuttosto che conoscere la verità.
Ci stai bene? Vero, ciò che non uccide fortifica. Tutto "fortifica" se la vogliamo mettere su questo piano. Ma, però, ricorda che ciò che "fortifica", prima o poi, uccide. Allora resta(te) pure lì, tanto è un processo assai lungo, però almeno, spiega(te)mi:

"perché dovrei scrivere al mondo, dal momento che non ha mai scritto a me?"

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