Desidero la pioggia incessante, che la mia tavoletta di cioccolata bianca si rigeneri e un mascara che non mi colori della tonalità della notte le lacrime.
Si perdono le persone, le anime, come si perdono gli accendini. Ci si illude di potersi dimenticare di loro come si dimenticano i quaderni a casa, salvo poi accorgersi che non è che una mera illusione.
Ciao C. te ne sei andata in un giorno soleggiato di questo rigido dicembre di ricordi atrofizzati, prati ancora fioriti e lacrime di ruggine. Chissà se stai dormendo, contanto le stelle, correndo in quel cielo (with diamonds) o aggrappandoti alle nuvole. Sappi che ci sarò, ovunque tu andrai. Ciao C., che eri il mio piccolo amore, muovimi il sole e l'altre stelle, come disse qualcuno.
Ciao dicembre, ti sei portato via anche lei.
Ciao mondo, che ti prende? È da un po' che sforno biscotti e perdo colore dagli occhi.
E mi continuo a chiedere come si faccia ad amare, amarsi così tanto per poi lasciarsi andare via? Le certezze, oggi, sono poche. Rimangono le abitudini e gli occhi: quelli rimangono sempre.
Mondo. Ridammi indietro la certezza di potere usare le parole "io" e "forte" nella stessa frase, ridammi tutto.
Sto cercando di capire da che parte arriva l'aurora boreale, da dove vengono i miei pensieri... forse non dovrei più pensarci e scrivere, o semplicemente lasciare perdere. Lasciare cadere questo silenzioso sentimento di rancore, rabbia, delusione, tristezza con tutto il suo rumore. È inutile che mi dimostri forte, ora con questa mia allegra tristezza che mi ritrovo. Mi vedessi ora, te, forse capiresti che non è stato il tempo a farci cambiare. È che ne abbiamo passate troppe. Ma, putroppo, i ricordi non consolano nessuno.
Ciao mondo, mi hai fatto diventare i biscotti salati e le notti amare, sei contento? Allora vieni qui, che ti offro una bella tazza di té che tanto, ho capito, miracoli non ne fa.
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