domenica 27 febbraio 2011

Dovremmo solo stupirci, e invece continuiamo a guardare al cielo.

Forse esistono esseri compatibili, sai?
Così disastrati e chiusi dentro da combaciare. Come quei pezzi di puzzle che s'incastrano per grazia ricevuta: quelli dello stesso identico colore. Vengono lasciati per ultimi e poi si tenta, a fortuna, di trovare il pezzo giusto. Il fatto è che, presumibilmente, diamo troppi nomi alle stelle. Spendiamo parole su parole per non dire nulla, o ci nutriamo di silenzi troppo pieni.
 E poi ci sono momenti in cui vorresti dire talmente tante cose, che l'unico modo per dirle tutte è stare zitto. E sorridere. Credo che questi nomi dovremmo concentrarci a darli a qualcosa che sia più vicino a noi. Non forse perchè rischiamo di perderci nel cielo: io ho un mare dentro, ricordi? Ma perchè queste sensazioni di salsedine sono più colorate e luminose di qualsiasi stella esistente.
Ecco, il motivo percui non ti andrò a prendere nessuna stella. Non per egoismo, per paura. Io non temo la paura: è parte di noi.
Ma che dico, avevo giurato a mè stessa di esser almeno per cinque minuti consecutivi, parole, coerente e già mi contraddico. Ho paura. La paura che ho degli abbandoni, di perderti è direttamente proporzionale a quanto io tenga a te. E mi chiedo come sia possibile che anche sotto radice, questo turbine di emozioni si elevi al quadrato.  Il problema, forse, è che ho paura che il tuo mare, sommato al mio sarebbe un problema. E io non sono mai stata brava con la matematica.
 Allora sai che facciamo? Dammi un po' del tuo equilibrio precario che io ti dono pazzia.
Amore UHT, come il latte che appena ti volti si gonfia e trabocca. E che m'importa dei post-it per ricordarmi me stessa domani? Nulla. Io non ho mezze misure e te lo sai. Io sono sempre per "alla follia", qualsiasi cosa tu voglia metterci davanti. E dopo "i fiori piantati, quelli raccolti, quelli regalati" ho deciso. E vorrei aver il coraggio di questa decisione. Così, domani, messa da parte la vaschetta del gelato ed il cucchiaio, in silenzio, sorriderò. Salvo maledirmi a fine giornata. Ognuno ha bisogno di qualcuno. Io di te?
Ciao sono passata a lasciartelo, questo sentimento. Raccoglilo, se ti va.
Ecco. L'ho fatto di nuovo, lo stesso errore, di nuovo. Maledetta allergia agli abbandoni.
Il fatto è che:
 "Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino."

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