Vomita questo veleno, non curarti di nulla. Pazzia?
Non curarti di loro. Han parole facili e assai scontate, di chi vive, d'aspettative inutili.
Ti faccio presente che siamo tutti su quel treno, verso la pazzia.
Puoi urlare per tutto il tempo che vuoi, sai? Ti ascolto. E non m'importa se cadrà il cielo, tramonteranno le stelle. Ogni tanto le nostre certezze crollano sotto il pese della vita. non avere paura.
"Ma di guerre immaginarie si muore." Vero. Ma guardami: sono ancora qui. Anche se non mi vedrai, per un qualche scherzo dell'ingannevole destino, sappi che io sarò sempre qui. Non vado da nessuna parte; poichè nessun meglio di chi, come me, è allergico agli abbandoni può sapere quanto importante sia aver qualcuno che resti, a prescindere.
Anche a me, contro un muro, m'han ripetutamente fucilata, i ricordi, il rumore del mio lungo silenzio. Certo, pure io, in giornate come queste ne sogno altre da bruciare ed ho l'impressione di sprecare quest'esistenza. Ma vedi, un'incubo, due o tre, ma anche quattro, non temere, non ti faranno mai dimenticare cosa significa sognare.
È tempo che non avevo più deliri notturni, incubi ricorrenti come sta notte. Tempo fa andò a finire che d'improvviso non sognai più quello. Non temere. Non ho smesso di dormire.
"E quindi?" Mi prometti di non rider di me?
Ho un'incubo più bello.
Il tuo, dimmi, qual'è? Mi ritrovo a non comprenderlo.
Ma sì, non temere. Lascia andare tutto, lascia che questi sentimenti innaffino pure l'asfalto. Vedi? è più facile. Poi, pensa, sia mai che vi cresca qualcosa.
Niente? E allora ascolterò questo silenzio. Mi siederò sulla piastrella accanto alla tua, senza dir nulla, senza sfiorarti. "Passerà."
"E se non passa?" Ti sorriderò.
Nessun commento:
Posta un commento