sabato 3 dicembre 2011

L'amor cortese

Non scrivo per dire qualcosa, scrivo perchè ho qualcosa da dire. Abbiate pazienza, lasciatemi chiudere gli occhi un momento. Sto cercando le parole per descrivere cosa provo, come sto...
Le ho cercate troppo a lungo in quelle di altri cortesi scrittori, ma non ne ho trovato alcuna. Noi, non sappiamo più cosa sia l'amor cortese. Tutti tacciono. Tutti mentono. Si innamorano e soffrono. Sbagliano e chiedono perdono. O, semplicemente, tacciono.
Siamo tutti architetti di castelli in aria, avvocati delle cause perse.
Noi che scriviamo, intendo. Siamo come cantanti senza voce. Scriviamo dei sentimenti che traspaiono dalle vite delle persone, dalla nostra, dagli sguardi della gente che torna a casa la sera e dalle foglie che leggiadre cadono a segnare che non si sta più "come d'autunno", ma è ormai inverno.
Inverno? Proprio così. Mi sono distratta un momento ed il mondo ha girato ancora una volta troppo in fretta. Son cadute le foglie, è crollata questa pazza economia in questo pazzo mondo.
"Non preoccuparti. Tu non crolli mai."
Magari. Io crollo. Dentro, fuori... io crollo continuamente.
Sono una frana, sapete? Una frana di pensieri che si alternano nella mia testa spettinata. Ma qualcosa che crolla si può sempre ricostruire...
Allora saranno tante le parole che scriverò, forse alcune somiglieranno a quelle che ho già scritto, altre non avranno senso alcuno, altre ancora risulteranno banali. E se saranno troppi, i pensieri, aspetterò che la pioggia porti via questa confusione.
Qualcuno che non rammento una volta mi disse che se dovessi essere una stagione, sarei l'estate. Su questo si sbagliava. Io, sarei l'autunno, poichè anch'io leggera son caduta come le sue foglie. Poi l'inverno mi è passato sopra, ed ora è l'inizio. Sono caduta: una parte di me si è frantumata in mille pezzi e non esiste più. Non era la fine, semplicemente l'inizio di una nuova me.
Lo griderei al mondo se ci riuscissi, ma ho solo una voce d'inchiostro, un pubblico di bianca cellulosa e le urla dentro i miei pensieri.

"...e per struccarti useranno delle nuvole cariche di pioggia, adesso che sei forte, che se piangi ti si arrugginiscono le lacrime."

1 commento:

  1. "Le lacrime non si arrugginiscono mai, perché sono la rugiada uscita dal cuore, e riflettono - nel prisma infinito della loro luce - la luce di due occhi limpidi, la calma...dopo il temporale"

    m.g.

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