Perché non si riesce ad amare l'estate quand'è il suo momento? Perché non la si ama come lo si fa d'inverno, quando la neve se ne frega? Il tempo non è mai sincronizzato con i nostri battiti cardiaci.
Forse, però, è un bene: guardate che se ci si abituasse a tutto, finiremmo col non sentire più niente. Troppe volte si finisce già con l'esistere e nulla più. Bisognerebbe continuare a cercare qualcosa in grado di sorprenderci, al di là dei nostri limiti, dentro i nostri entusiasmi, sulle nostre tristezze, rabbie e delusioni cocenti.
Bisognerebbe darsi una cartina per il cuore giacché dagli occhi la strada è troppo complicata, qualche parola in grado d'illuminarci il volto con un sorriso, un bacio a cui aggrapparci. I giorni non sono tutti uguali, così come ci sono parole troppo delicate per essere di tutti, così come ci sono infiniti modi di chiudere gli occhi e riaprirli per incrociarne di nuovi. E, gli sguardi, dove vanno a finire? Non si posso perdere come ombrelli, chiavi, forcine, amore. Gli sguardi, così come le persone, non si perdono: si smette di cercarle.
Non bisognerebbe mai smettere di cercarle. Io continuo a cercare ogni giorno: certe volte mi perdo, altre giro in tondo... cerco negli sguardi sospesi, nelle parole in potenziale, nei respiri sottintesi.
"E, l'hai trovato l'amore?"
Non è questo che importa. È il tentativo: sarà il fatto di cercarlo a salvarci. Perché, quando si cerca davvero qualcosa, il più delle volte le si è accanto. E questo è tutto ciò di cui ciascuno di noi ha bisogno: sentire qualcuno accanto, che voglia ascoltarlo dentro.
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