Delle cose che perdiamo non dovrebbe importarci...
Volete la verità? Vuoi, volete sapere cosa mi implode dentro mentre l'oceano mi traspare dagli occhi riversando le proprie onde salate sugli appunti di matematica? Va bene. D'altronde perché dovrei continuare a fingere? Troppa gente lo fa già come disciplina accademica: troppa gente non dice realmente ciò che pensa. Non bisognerebbe mai temere di dire la verità. Avete paura? Sì? Per la verità, pure io.
Ho paura di questo groviglio di emozioni, del futuro come del presente. Ho paura di questo mare perché non sapevo né saprei come definirlo, anche se qualcuno ha provato a farlo. Penso vivamente che si sbagliasse, con tutta quella oggettività.
Io non ho mai preso in cosiderazione le realtà oggettive. Il mondo è pieno di persone alla loro ricerca; persone che parlano fin tanto che non trovano qualcosa da dire. Sono quelli che svuotano cassonetti di sogni mai usati, che rinunciano a vivere. Tu lo faresti per paura?
Io non ho mai rinunciato, anche a costo di cadere, anche a costo di farmi male. Non riuncerei mai a vivere anche a costo di morire. Non rinunciate. Non rinunciatevi mai.
Tanto la gente usa ed userà sempre le parole come pugni, sbagliando mira in pieno. Ecco perché le realtà oggettive non sono soggette al mio interesse.
Tutta la verità? La vorrei pure io. L'unica differenza è che, perlomeno io, la mia verità ho il coraggio di dirla.
Non va "tutto bene". Ho dovuto leggere più volte quel post-it giallo attaccato ai miei pensieri per ricordarmi di me, oggi, e del mio sorriso: se l'avessi dimenticato a casa il mondo avrebbe potuto insospettirsi e farmi troppe domande. Ho dovuto poi leggere più volte quelle altre parole scritte per cercare di svuotarle di significato. E io che credevo di potere dimenticare così come dimentico il quaderno di matematica a casa... Ricordi, rimorsi, cambia solo qualche sillaba, no?
Come p(uoi)tete immedesimar(ti)vi in me? Non lo so nemmeno io ciò che pensavo. A vivere, credo. Chi può dire che guardavo oltre? Se qualcuno trova il modo di immedesimarsi in me, me lo faccia sapere: potrebbe tornarmi utile.
Cosa penso?
Penso che quando piove qualcuno voglia coprirci le lacrime, penso che non bisognerebbe mai pensare troppo ma pensare semplicemente a vivere, non pensare di vivere. Penso che l'imperfetto rovini qualsiasi bel verbo, soprattutto gli ausiliari. Penso che al Signor Amore manchi una bella dose di coraggio, altrimenti verrebbe fuori e combatterebbe. Penso che all'inferno farebbe più caldo e ci sarebbe più silenzio.
Penso che queste parole non siano poesia, ma pura verità.
Tutta la verità? Non ancora.
Credo che il problema non stia in ciò che perdiamo ma nella sua assenza, poiché quella rimane a urlare, strepitare e sbattere i piedi a terra anche in piena notte.
La verità è che so trattenere le lacrime per soli dieci minuti: non sono insensibile.
La verità è che i sentimenti fanno paura anche a me, ma quelli inespressi e le bugie mi terrorizzano ancora di più.
La verità è che mi sono persa tra le lettere finendo per non capirci più niente, poiché innanzi a me non vedo parola alcuna ma solo rumorosi silenzi a lungo andare.
È ciò che volete? È ciò che vuoi?
C'è che ho imparato una cosa: non bisogna trattenere le lacrime. Esse sono l'espressione di un dolore che va consumato e non conservato da qualche parte dentro di noi.
RispondiEliminaC'è che non si piange per chi se ne va, non si piange per qualcuno: si piange sempre per se stessi. Nessuno piange per gli altri. Ognuno versa le proprie lacrime. E se non ci riesci, allora fatti aiutare a versare fino all'ultima tua lacrima. Così si cresce. Così nascono i colori di un limpido arcobaleno.
sempre io