domenica 5 gennaio 2014

Sei per me il nulla più assoluto. (In senso nichilista)


Lunedì 11 novembre 2013, ore 19 - Sesta lettera
Non stiamo nemmeno respirando, sai. Annaspiamo. Annaspiamo continuamente. Sì, penso lo faccia anche tu, salvo poi aver paura di uscire dall’acqua, a giusta ragione. Ho imparato che che per non far sì che chi sta affogando tiri sott’acqua anche chi vuole salvarlo, questo, lo deve tramortire. Chi di noi avrebbe il coraggio di tramortire l’altro ? Forse coraggio ce ne sarebbe, ma si esaurirebbe nell’atto, e verrebbe poi meno la forza di tirarlo fuori dall’acqua. Ho provato perfino a parlare con mia madre oggi, sai ? Certo, non le ho detto di te, del fatto che ancora ti scrivo : mi avrebbe creduta impazzita del tutto, e già non riesce a comprendere minimamente come io mi senta, figuriamoci il resto… Per questo non posso tollerare questa distanza tra i notri pensieri e quello che ci dicevamo normalmente.

E, magari, sta sera lascio tutti a bocca aperta e me ne vado, sparisco e fanculo. Sai cosa mi fa ridere convulsamente ? Che non se ne accorgerebbe nessuno prima di, vediamo, almeno tre giorni ? Che sto dicendo ? Non farci troppo caso, sto ancora aspettando il momento in cui finalmente usciranno le farfalle che ho nello stomaco, e sarò in grado di ritrovare le parole, quando le parole delle persone non saranno più in grado nemmeno di sfiorarmi il mio caos interiore, e sul soffitto non vedrò più affreschi di sogni sfracellati. Il problema è che so non potermi abituare, a queste cicatrici, così come a quei lividi che il nostro scontro mi aveva lasciato impressi. C’è quel che resta di me, che se ne sta distesa per terra dopo la tragedia. Non sa nemmeno descriverla, questa tragedia perché nessuno non le ha mai dato né ascolto, né tanto meno importanza. E tu ? Dimmi, cosa ti dicono ? Lo sai, vero, che qualcunque cosa sia è solo ridicola, almeno tu, lo sai ?! Quanti colpi bisogna inferire a un corpo minuto come il mio, perché la smetta di provare dolore ? Credevo ci fosse voluto di meno. E invece ancora sono qui con la nausea. Coi caloriferi spenti, perché non c’è un cazzo di uomo che possa aiutarmi a farli funzionare, la coperta che abbiamo sporcato sulle spalle, e il latte che straborda ed esce dalla padella perché, l’ho già detto, una come me è persa, se mette troppo latte a scaldare. Cosa ti direi se mi raccogliessi ora ? Probabilmente che potevi metterci anche meno, che ti prenderei a pugni, ma sono troppo debole per farlo, e che ho capito tardi che non potremmo mai più odiare chi abbiamo visto dormire. Ho pure cercato di mettere su tela quello che ho dentro, dal momento che ancora non trovo le parole per descrivelo, ma il risultato non mi ha soddisfatto, dal momento che non hanno ancora messo in vendita il colore dei tuoi occhi. Non provare a scuotermi, la tua arroganza, mi fa impazzire. Dentro di me, esisti in un modo che mi atterrisce.

Dove sono finita, A.?Dov’è quella bambina che parlava al mare per farlo agitare ? Perché le persone riescono ad infettarmi con le loro facce e balle, al punto da farmi salire la febbre alta e lasciarmi tremare a oltranza ? Ti sto facendo incazzare, vero ? Lo so. Il fatto è che questa rabbia non è tale da farmi reagire, pensa, tra un mese verrò operata. Verrò addormentata, aperta e tutto il resto… E tutto quello a cui riesco a pensare è che se non dovessi più tornare, tu possa ricevere le mie parole. Non temere, ho un buon amico che non ha fatto come son soliti fare gli altri, dicendo di star zitta e che andrà tutto bene… Ma ha annuito. Sei una delle due persone che vorrei potessero ricevere un pezzo di me. Strano, sai ? Ora che ci penso… Nessuna di voi due possiede i miei geni, ma mi è più simile e intima che mai nessun altro. Perché questo sei per me : il nulla più assoluto in senso nichilista.

Mezzanotte
Perché mi hai rivelato a me stessa ? « Mi assordi, come fai… ti subirò. » Ricordi ? Dovevi lasciarmi perdere in me, chi ti credevi di essere ? Ma la febbre sale e mi fa fare pensieri infondati, oltre lo specchio non c’è nessun mondo, i funghi così come le medicine non fanno alcun effetto, ho superato da un pezzo la soglia del delirio e parlo già da sola… E chissà cosa esce a mischiare il verde oceano col blu mare… Sono persa, e tu lo sai. È il tuo effetto sulle mie molecole e, mischiato alla febbre, è un mix incredibile.

Non voglio asciugamani imbevuti di acqua ghiacciata, portami del rum e il ghiaccio lascialo scorrere tra le mie costole, che se fossimo in un film e se la febbre si alzasse ancora, magari « ti dicevo che ti amavo, coniugando anche male i verbi, così ». Ma siamo meglio di quegli squallidi cliché, e quindi non diciamo nulla.

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