Premetto che questo post magari non avrà senso perchè sto scrivendo senza pensarci due volte ma, come ho già detto: neppure il mondo ne ha, eppure è lì.
Sono seduta sulla finestra, mentre un altro giorno passa in fretta. Le ore hanno ripreso a rincorrersi nell'orologio. Qua nessuno mi guarda, ma tutti vedono. Vedono una ragazza in pigiama col computer sulle ginocchia e le cuffie nelle orecchie. Io stessa mi vedo, sola, fuori dal mondo. C'è un cielo azzurro e qualche nuvola. Ciao mondo. Ciao cielo, che t'è preso? Sai, il mio umore altalenate è direttamente proporzionale al tuo, se di matematica si vuol far metafore. Forse è meglio lasciar perdere, in questo non vincerò mai: io non sono brava coi numeri.
Quante ore son passate? Mezza? No. Otto. Dopo notti insonni, finalmente, il tempo a ripreso a scorrere ed io a dormire; un sonno senza sogni, un sonno anonimo, non credetevi.
Questa volta forse non ho dosato troppo bene gli ingredienti, ho messo troppo cuore forse? Nessuno mi aveva mai dato una misura per questo. Forse qualcuno si è semplicemente divertito a scambiare il vasetto dello zucchero col sale. Così mangio biscotti a pois, mentre questa malinconia persiste ma cerco di buttarla via. Questa malinconia è mia, ma non si vede.
"Tutto a posto?" Cosa dovrei rispondere? Non so ste sto facendo più o meno male, più o meno bene. "Sto bene, sotto antibiotici, grazie, ma non so d'esser felice o meno." Cos'è, poi, la felicità?
"È reale solo se condivisa" Recitava quel film, ricordi? Ecco, lo stesso errore, nuovamente.
Dov'ero rimasta? Perdonatemi. È ancora presto...
Quello stato d'animo tanto ambito e ricercato da tutti, cos'è? Forse è l'insieme di quei rari momenti dove tutto sembra sorriderci. Forse semplicemente non esiste, e siamo noi ad attribuirla ad una cosa o ad una persona. Ecco, felicità oggi sono questi biscotti. Poca cosa, direte voi. Ma per me non lo è e altri sapranno bene che non c'è niente di più rassicurante in questo mondo, che alle volte si allarga, altre volte si restringe e noi dobbiamo solo cercare di starci bene dentro.
No. Non sono più seduta lì. Faceva troppo freddo, a terra.
Ho bisogno della mia musica, del mio silenzio, dei miei sguardi puntati verso l'orizzonte. Ho bisogno di riassestare tutto quanto e di capire a che punto del livello sono arrivata. Ho bisogno di sentire i miei pensieri. Non mi piace fare quello che fanno tutti, e involontariamente scelgo la mia strada. Succede involontariamente, inconsciamente scegliamo la vita che vogliamo vivere, senza ragionarci sopra. "Nel modo sbagliato." Come dicono tutti. "In modo diverso." Preferirei definite io queste scelte... Sapevano di zucchero ma, alla fine, cos'erano veramente? Erano solo delle frasi. Semplici parole di latta, accantonate l'una accanto all'altra. Sembravano incise nella pelle, ma erano solo polvere, solo vento. Però profumavano di vaniglia e sapevano di zucchero. Con gocce di cioccolato aggiunte, vero?
Ma passavano, come passa una canzone d'amore alla radio, come stanno passando le auto sulla strada, come passa il tempo e passano i giorni. "Tutto passa."
Guardatemi: credevate forse altrimenti? Non ci speravo neppure io.
Parto dal presupposto che forse, a questo post, un senso glielo possiamo trovare. Anche se un senso non ce l'ha.
Oggi è il primo giorno di Primavera e tutto questo un senso ce l'ha: è il senso della vita che riaffiora...
RispondiEliminaBuon primo giorno di primavera, Alice!