E ora, vorrei solo saper parlare. Non di te. Non voglio sembrare scontata. Solo, parlare.
Ho bisogno di silenzio e di un ambito razionale abbastanza grande e vuoto per lasciar scorrere questo fiume di parole, sino all'oceano. Parlo per chi non avrà pace finchè non riuscirà a scoprire in quale maledetto barattolo hanno nascosto lo zucchero e per chi, come me, ci ha messo il cuore, e altrettanto cuore non ha trovato. Per chi crede ancora nell'amore. Io, ora come ora, mi si strugge il cuore a dirlo, amo il suono di quelle lettere, il significato, ma ancora di più la verità. Ho bisogno di concretezza, me ne accorgo quando sento la necessità di dormire con quel pupazzo: di stringerlo sul mio petto; ho bisogno di rannicchiarmi sotto le coperte con qualcosa all'altezza del cuore.
Io credo nella pioggia, nelle mani fredde, nel dolore perchè rafforza, negli sms che mi fanno sorridere, nella polvere sui vecchi cd, nell'inchiostro e nelle Bic che si consumano troppo velocemente, ultimamente. Credo nel passato e poco nel futuro, nell'inutilità delle cose, nelle bugie, mai nella verità. Credo a questo Dio che non c'è e, se c'è dovrà darmi molte spiegazioni. Nei miei occhi come nei tuoi e, infine, che ce lo avessimo dentro da un po', sai? E se pure tu credi in ciò avresti vogli di abbracciarmi quando ho le mie crisi di pianto, che durano giusto qualche minuto, ma quei minuti mi distruggono il cuore? Ne hai voglia che lui, no, non ne ha o non osa?
Chiunque tu sia, ti andrebbe di capire il mio silenzio? Le vedi queste lacrime che galleggiano nei miei occhi? Sì, lo so, ora vai, lo trascini qui e lo costringi a parlare o lo ammazzi. È la rabbia mia, tua di riflesso, di sapere che asciugarle, no. Non si può. Non puoi. E non posso farlo neppure io.
Giacchè ci sono cose a cui continui a pensare, che tu lo voglia o meno. Ma putroppo, solitamente, per quanto possano far male, possa far male... ci va benissimo così.
E allora smettila di tenermi in equilibrio e fammi cadere, amore. Oppure salvami. Non penso ci siano molte differenze. Ed ancora non so perchè te, noi. Non ho la benchè minima idea di perchè un corvo somigli ad una scrivania, del perchè scrivo. No. Forse questo lo so. Ne sento il bisogno, lo faccio per me, per voi, per lui in una perenne illusione. Perchè me lo sento dentro. Volete che smetta? No? E, allora, perchè continuate a chiedermi spiegazioni circa il fatto che scriva?
Piuttosto, mi indicate qual'è il barattolo giusto? Aspettate un attimo, prima, lasciatemi gridare.
"Potevi essere il mio zucchero, potevo essere il tuo pizzico di sale necessario per fare una torta perfetta!"
Ma sono sola. Sono qui. E queste parole sono per chi si è sbagliato e ci ha messo troppo sale. Per chi è, come me, un sognatore e crede che in fondo non ci sia nulla di male a riempirsi gli occhi di sogni, quando tutto il resto cade a pezzi.
Nonostante tutto, sono qui con voi. Proprio così, cinonostante come voi, sono viva. Ora voglio sentire la vostra, di voce. Avanti. Non siate timidi, romantici, so che siete lì, dietro a queste parole.
Vi ascolto.
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