mercoledì 2 marzo 2011

È passato.

Dov'ero rimasta? Ah. Parlavo di emozioni forti. Di sogni e incubi. Di come la gente non capisca cosa significhi amare. Di come mi avevano detto che, quando odio, in fondo amo.
Forse ti odiavo da morire. E tu? Tu lo sapevi di odiarmi?
Che poi, a dirla fino in fondo, lo scrivevo. Parlare? È sempre stato un mio problema. Pure tuo, vero?
Fattostà che tutti questi sentimenti non urlati alla luna, mi hanno portato ad avere un nodo che brucia in gola e non mi lascia respirare. Io non ho mai capito come gli inglesi possano unare uno stesso termine per amare e voler bene. Mi vuoi bene. Tanto. Lo so.
Ma l'amore è un'altra cosa. Il mondo si muove per amor, gli s'inginocchia davanti, estasiato.
Lasciamo perdere allora tutti questi termini inglesi, fogli di carta e parole d'ovatta.
"Passerà." "Passa sempre."
"Impossibile."
Ed ho continuato a leggere quel libro, a strappare fazzoletti, mangiar gelato, ascoltare canzoni...
Sono arrivata in ritardo avunque, sbagliando luogo, ora e data. Ho bruciato l'inchiostro di tre bic e lasciato scadere gli yogurt.
Ma oggi no. Oggi sono puntuale.
Ho parole che pungono in gola sino alle lacrime, una penna nuova che non consuma. Ed un mazzo di fiori di cleenex.
Passerà anche questo.
"L'amore?"
"Intendi il mal d'amore? È passato."

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