Ciao, mondo. Ciao, cuore. Sono tornata. Come stai, lì dentro? Che ne dici, ora di buttare tutto all'aria? A questo vento, affinchè possa portarlo lontano, magari fino a quel mare che tanto mi manca e senza del quale mi riesce alquanto difficoltoso vivere? Si potrebbe fare, oppure no. Non so se sia una buona opportunità dopo tutto... Il passato è passato, per definizione. Lasciamo che la mente lentamente se ne liberi.
Tu? Lo vuoi trattenere? Ti capisco. Dopo tutto è una piccola parte di quel tutto che va a formarti, riempirti e aiutarti nel mantenermi in vita.
Ho detto cose che mi sono uscite dal cuore, vomitando l'orgoglio, a mio rischio e pericolo. Ho giocato col fuoco, con la mia allergia. Il futuro non è scritto, ma alcune cose si hanno dentro. C'è chi affida una fetta di futuro ad un pezzo di carta, sperando che resista di più dell'acciaio. La vita è un gioco a scacchi; solo che è come se qualcuno, approfittando di un momento di distrazione, ti avesse rubato un pezzo. E allora restano solo le ore. Ore che si rincorrono dentro l'orologio e scivolano lente, inevitabili. Non hanno dubbi, loro.
In un primo istante il nulla: ci si muove quasi al rallentatore. Si cerca l'illusione che il tempo si fermi e, magari, torni indietro. Affinchè si possa tornare a quando si mordeva la vita come fosse una torta al lampone, sporcandosi di felicità e progetti. In effetti, bisognerebbe sorridere per quello che c'è stato. Ma, come dicevo, c'è un momento in cui questo risulta un'impresa troppo ardua per il nostro cuore stanco. Allora il vuoto si riempie di ricordi, tristezza e le lacrime cominciano a debordare dagli occhi.
Si diventa vulnerabili e si caccia via, fuori tutti, stringendo a sè un po' di più quel pupazzo enorme, col quale si condivide il letto, e ci si rannicchia sotto le coperte ad aspettare l'alba: insonni. Si resta spenti in un mondo acceso. Nessuno ti capisce perchè non vuoi farti capire. Perchè prima di capire c'è un passaggio intermedio: una sospensione. Lì sei solo. Non potrebbe essere altrimenti, giacchè tutto è già passato. La frase più facile da dire è: vattene. Il tuo guscio è più forte dello schiaccianoci.
Poi la tristezza si veste di rabbia ed, infine, giunge la sera. Con essa la consapevolezza che domattina, quando ci si alzerà sarà tutto diverso. Allora la rabbia lentamente si esaurisce contro un muro e lascia spazio. Un vuoto. Ma uno di quei vuoti tranquilli, dove i ricordi possono scorrere liberamente senza incastrasi e ferirci. Un vuoto che profuma di malinconia, giacchè è troppo presto per profumar di primavera. Malinconia che, lentamente, sfaterà e lascerà un vuoto più completo. Uno di quelli che basterà poco per riempirli. Un vuoto da farcire con abbracci di vaniglia.
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