martedì 22 marzo 2011

Bastasse un cuore per amare. (Mare)

Passeranno i giorni, le ore, i mesi, il sole ci camminerà intorno un miliardo di volte, mio padre pianterà altre piante da frutta e io stiperò i miei amabili resti in una valigia e finalmente... Guarderò lì, dritto sul mare da quel ponte, per arrivare al molo. Lì d'estate ci mettono le luci artificiali, e se le accendono sono verdi. Poi c'è un tramonto che è stupendo.
Aggiusterò i capelli mentre il vento me li scompiglierà nuovamente. Mi siederò tranquilla su quel muretto che sembra ammuffire un po' di più, mano a mano che il tempo passa. Lì tutti pensieri affogano. E se, per assurdo, se sai anche capirlo, questo mare che parla, vuol dire che sei un po' come me, con questa allegra tristezza che ti pervade. Non sarà cambiato nulla, come le cose belle che hanno il potere di attaccarsi all'anima come colla tra le dita, ostinate. Mi abbraccerà con quell'aria profumata di salsedine, quella che ti sfiora lasciandoti la pelle umida ed entra in te con la prepotenza che solo il mare può permettersi di possedere. Mi scalderà, di sorrisi, con i profumi dei bei ricordi.
Vorrei essere lì ora, a farmi cullare da tutto ciò che mi fa stare così bene. Mi manchi, mare. Mi manca respirarti. Mi manchi da impazzire. Quest'assenza mi fa girare la testa e non mi concentro più su niente: intorno a me il nulla, il cielo si apre in due come una mela. Ecco, ora il cuore me lo voglio riprendere, per poter poi donarti ancora qualche sorriso. Sarò lì, di bianco vestita, e le nuvole prenderanno quell'aspetto che ho sempre notato solamente io.
Mai più grigio, abbronzarsi sarà facile, abbronzarsi di felicità, cosa credevate? So che l'altro significato no, non funziona con me: ho una pelle a specchio, io. Anche le pareti della mia anima sono delicate, un po' come la pelle dei neonati; a differenza che io non ho bisogno di creme per proteggermi dalle irritazioni, dalle ferite. Avrei bisogno di un carattere diverso, di un'altra corazza in cui stabilirmi. Ma non posso fare nè uno, nè l'altro. Devo accettare la mia sensibilità. Devo appenderla al sole, illuminarla, lasciarla asciugare e prendermi cura delle mie debolezze. Ho un'oceano di emozioni a cui badare.
Ci vorrebbe una tazza al gusto di felicità, per piacere. Con un pizzico di allegria e quattro cucchiaini di sorriso. Altro che questo tè. Ci vorrebbe il mare, che mi ascolta sempre e poi mi abbraccia con le sue onde. La maggior parte delle persone sente e basta, ecco. Non solo i discorsi, ma anche la musica: la gente non sa ascoltare le canzoni, sentono le parole e non colgono, nè cercano neppure di cogliere, il loro vero significato. Ci sarebbero meno guerra se ne cogliessero tutte le emozioni... Sentito, il suono delle onde che s'infrangono a riva? Sì?
Allora contiamole: una, cento, un miliardo e uno. Sì, dispari, e per niente utile. Avere mai visto qualcosa che costi un miliardo e uno? Io non penso. È così. È così inutile. Alle volte si è talmente inutili, nemmeno ci si tiene in piedi... Ma lui, lui ha un equilibrio tutto suo. Il mare è caos, ed il caos ha una gravità propria. Come quella legge chimica per la quale quando siedo là e mangio un gelato, reagisce con il mio vestito bianco e lo fa mutare di colore.
"Se cambia una costante fondamentale della fisica, cambia il mondo." Uh?! Basta così poco? Non credo. Bastasse un cuore per amare...
Ecco, d'ora in avanti punterò lì: dritto sul mare. Poi dico tanto che scappo, ma alla fine rimango. Sarò semplicemente là, seduta. Chi a voglia di sedermi accanto? Prometto che me ne starò buona e raccomanderò solamente di non rubarmi alcun biscotto, sono quelli che mi piacciono tanto. Direi poi d'esser cambiata, ma non sarebbe comunque vero, lo farò solamente per vedere la reazione che potebbe produrre. Sapete che vi dico? Cessiamo d'immaginare ed andiamoci direttamente. Molliamo tutto e buttiamoci tra le onde e la schiuma; che ho tanto bisogno di divertirmi e ridere fino a cadere in acqua, inzuppandomi da capo a piedi. Voglio ubriacarmi di risate, allegria. Lasciamoci trasportare dalla pazzia che, tanto, quando la vodka sarà finita, avremo un'oceano intero da gustare.
Ma, intanto, la radio passa per l'ennesima volta quella canzone che fa: "Rolling in the Deep...", il mondo mi prende in giro e mia madre chiama per la cena. Aspettami, mare. Arriverò.
Chi viene con me di voi, meraviglie?

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