Sono io. Ed ho un caratteraccio, io. Sono un danno che cammina: un groviglio disordinato di capelli rossi ed emozioni mal nascoste. Non sono capace di trattenerla, un'emozione. Così mi ritrovo constantemente sulle nuvole, nel mio mondo. Potete forse pretendere altrimenti da una col mio nome?
Lo so, lo so, non si riesce a tenere un discorso che duri più di cinque minuti con me. Niente da fare: perdo la concentrazione. Ma chiariamo poi una cosa: se vedo la pioggia dove c'è il sole, è solamente (e scusate il gioco di parole) perchè a me, la pioggia, piace.
Sono qui. Sto aspettando il mio treno. È in ritardo: guardo quell'orologio che mi ciondola al collo. "Abbiamo tutto il tempo del mondo." No. Stai mentendo. È già primavera. Quel treno è in ritardo, di un po' di anni, almeno. Ma io ci sono.
Che ci faccio qui? Intanto il mio tè si sta raffreddando, e la torta mi ha lasciato le mani appiccicose. Vorrei che la felicità mi coprisse come un coperta in un gelido inverno.
Ciao. Vieni via con me, vero? Partiamo e andiamo dove ci pare. Sai, putroppo, lo sto solo immaginando. E, allora, vuoi immaginare con me di essere altrove? Cambiamo scenario. Andiamo al mare a buttiamoci tra le onde, lasciamoci trasportare dalla pazzia. Cosa siamo diventati io e te? Guardaci. Non lo sai? Nemmeno io. E non importa, poiché sì, si può vivere senza amore.
In fondo, ho pur sempre un'oaceano di emozioni a cui badare. Sicché senza te si sta, ma con te si sta meglio. Non te l'ho mai nascosto, l'ho sempre reso evidente quello che sei per me. Mi sa che non lo hai ancora capito.
Ho mentito. Tutti ne abbiamo bisogno, e io sono in fila, la prima della fila, per la precisione. Lo aspetto, come si fa per il prosciutto cotto al bancone.
Dietro di me ci sei tu e poi tantissima altra gente, che aspetta solo il proprio etto d'amore. Stagionato o non, più o meno salato; come quest'acqua marina che ci s'infrange addosso, inzuppandoci i vestiti. Ecco, noi siamo due cantanti lirici ad un concerto rock: forse non centriamo molto con il mondo e con le altre persone. E non ha importasnza, se tu vieni via con me. Vero? Con me, che sono un disastro sbadato a cui puoi dire che l'ami o che l'odi, che nemmeno ti sentirebbe. Non me ne preoccuperei.
"Come potresti?" Appunto. Già lo so.
Sono qui. Ti aspetterò, dovessi metterci anni, secoli, decenni. Mi ritroverai qui. Comprerò un altro tè e un'altra fetta di torta.
Che idea. Che folle, pazza, meravigliosa idea.
Ciao Alice
RispondiEliminasono qui con una fetta di torta di mele e una tazza di tè alla rosa canina, anche quella di rabarbaro non mi dispiacerebbe.
Anche a me la pioggia piace è romantica e ti fa sognare.
Però con i sogni non realizzi concretamente un rapporto è un illusione è un amore platonico e il sogno idealizzerà sempre la persona amata.
Fà diventare concreto questo amore e se non sarà....te lo ricorderai comunque come una prova di coraggio.
Se il tuo lui assomiglia un po' a me, fidati non sa che è lui, nel mio caso tutti sapevano meno io, anche da me i segnali erano chiari, ma avevo bisogno di sentirmelo dire.
Ciao Anonimo,
RispondiEliminami piacerebbe sapere chi sei sai? Perchè? Perchè sei il primo a cui una fetta di torta di rabarbaro non dispiacerebbe. Scherzi a parte, apprezzo i tuoi consigli, veramente.
Fin'ora la mezza prova di coraggio mi ha sbucciato il cuore... Staremo a vedere
...com'è difficile parlar d'amore!
RispondiEliminaTu, anonimo come me in questo blog, ne sei capace, forse favorito dalla giusta distanza emotiva che ti separa in modo salutare da chi lo scrive.
Penso che ne saresti comunque capace, perché riesci a parlarne attraverso la ragione delle emozioni.
Grazie anche da me, che non ti nasconde quanto vorrei darti un volto o un nome, al pari di Alice.