Hai ragione, sono disordinata e non arrivo mai puntuale agli appuntamenti. Sai, non riesco neanche a mantenere l'equilibrio su una superficie piana. Sono un disastro. È che, ultimamente, ho le lacrime facili ed il sorriso, forse un po' meno.
"Sei felice?" "Sì, lo sono sempre, in fondo." Il fatto è che non voglio dare spiegazioni, spendere parole troppo banali. "Sto aspettando la svolta, in verità. Sto aspettando."
Forse mi diresti di smetterla di lamentarmi, che non serve a niente. Sai, potrei anche cercare di smettere, solo che poi non saprei comunque che fare.
Sai cosa ci vorrebbe adesso? Che tu te ne uscissi con una di quelle frasi strane, così potrei fingere di essere in un film. Hai presente? Quelli dove ci sono i due protagonisti distesi su di un prato verde e c'è una brezza leggera che trascorre.
"La vita non è così." "Già, ma sognare non costa nulla." "Sognare costa più di quanto tu creda, tesoro."
Ti sarà già venuto sonno, vero? Resisti ancora un poco. Sai, se me la prendo tanto quando mi fai notare che sono testarda, indecisa e voglio avere sempre ragione, è solo perchè non posso darti torto.
Un disastro. Un pasticcio-pasticcino di quelli che al pasticciere non è riuscito perfettamente; quel biscotto un po' bruciacchiato ai bordi, diresti tu.
Ora starai sorridendo, lo so. Ti conosco troppo bene. E se, ultimamente sono più complicata, scompigliata, disordinata ed in ritardo e solo perchè sono fragile. Ma questo, tu già lo sai. "Vedrai che con gli antibiotici andrà meglio." "Passerà?" "Tutto passa." "Anche l'allergia agli abbandoni?"
Non allarmarti troppe se vdrai un accenno del mio oceano trasparire dagli occhi, sarà solo perchè non guarderò più il cielo, per trattenere le lacrime. Abbasserò la testa e calcerò un sassolino capitato male. E tu sai che questo mondo è crudele. E sai che, se abbasserò la testa, non sarâ per nascondermi, ma per guardare a terra e non cadere. Capiterà che usciranno fiumi di lacrime, gli occhi mi si gonfieranno e le guance cesseranno d'essere pallide e si tingeranno di rosso. Starò male; ma probabilmente starò bene, forse anche meglio.
Se me la prendo, è solo perchè so che leggeresti il dolore da ogni segno del mio viso, anche nell'inganno di un sorriso. Dov'è il disinfettante? Forse è proprio dentro di noi, la voglia di fare pace e dare un calcio ai problemi, alle incomprensioni, al nervoso.
E, mentre mi scuso, piango e verso lacrime amare per altro sulla tastiera.
Ti scrivo questo post, uno di quelli lunghi, che ti fan venir sonno.
http://www.youtube.com/watch?v=v1lCUrpIPIY
RispondiEliminaStrada facendo.....vedrai
Ciao Alice
http://www.youtube.com/watch?v=42PMzhTkEyw
RispondiElimina"Amare significa non dover mai dire. Mi dispiace", ...non dover mai chiedere scusa!
Appunto, ma come hai inteso, non è amare. Questo post è per te, mamma.
RispondiEliminaNon abbassare gli occhi, mai!
RispondiEliminaLitigare con te è una cosa che uccide anche me, mi mortifica.
Ma io so che qualunque cosa ci diciamo, qualunque parola che sottolinea un momento di sfogo, qualsiasi pensiero di rabbia, incomprensione o frustrazione esplicitiamo, c’è un filo sottile, ma d’acciaio, che nulla può spezzare: ritorna il sereno, sempre, fra di noi e questa è l’unica certezza che la vita ci offre mentre scorre con te davanti e io qualche passo indietro, come è giusto che sia.
Il tuo disordine mi incuriosisce. Sì, ora ti sorprendo, vero? Non ho mai potuto essere disordinata, non mi era permesso. Non potevo giocare con le mie bambole, se non tenendole rigorosamente in ordine, vestiti piegati, utilizzando solo lo stretto necessario. Non potevo lasciare i miei vestiti per terra in camera, non potevo nemmeno lasciare fogli disordinati nei cassetti della mia scrivania: mia mamma ci passava come un carro armato e nel peggiore e più subdolo dei modi, quando ero fuori casa, a scuola o a spasso con il cane. E riordinava tutto, e puliva tutto e buttava tutto, anche i miei sogni in stato embrionale. Non sono mai stata capace di giocare con un giocattolo così tanto da consumarlo, da romperlo: era da conservare perfetto come quando mi era stato consegnato. Non ho mai saputo fare disordine, perché poi bisognava mettere in ordine e avevo (ho) la nausea del riordinare: mi riporta alla mia infanzia, dove qualcun altro decideva a tradimento cosa andava conservato e cosa andava buttato, delle mie cose. Non ho mai saputo indossare un abito fino a sdrucirlo, a sentirlo sulla pelle vissuto. Non ho mai saputo mordere davvero la vita, come sai fare tu!
Il tuo disordine mi fa capire quanto ho perso fino ad oggi, che sono quasi fuori tempo. E lo apprezzo per te. Amo il tuo modo di addentare i giorni, indossare i tuoi vestiti, lasciare fogli e scartoffie nei cassetti che non si chiudono. E ancora: cucinare rendendo la cucina un campo di battaglia, stare in bagno come in una beauty farm e alla fine lasciare le tracce di ceretta sul coperchio appiccicoso del water, mille bagno doccia dai sapori improbabili nella doccia e un’infinità di trucchi e giornali da cucina nei tuoi cassetti.
L’equilibrio, Alice, non si raggiunge nemmeno se si respira senza fare rumore come ho fatto io. L’equilibrio è accettare che in esso ci sia una moltitudine di squilibri che ci permettono di essere noi stessi, disordine compreso…e voglia di riordinare quando vogliamo noi, e buttare quello che a noi pare superfluo, e conservare ciò che noi vogliamo ancora avere accanto, addosso, nel cuore. Noi, e non altri al posto nostro!
Hai le lacrime facili? Le lacrime sono acqua e l’acqua è vita. Come il tuo nome: Aliké. Creatura che viene dal mare, dall’acqua. Senza acqua non c’è vita, e tu SEI la vita. Corrile incontro senza paura di sporcarti di sole, di vento, di luna…e di lacrime, quando le senti arrivare. Lasciale scorrere: lavano il mondo e i tuoi occhi cristallini che ancora oggi mi chiedo come abbiano potuto nascere da me, che ce li ho schifosamente castani e inutilmente miopi, visto che vedo sempre molto, troppo lontano, anche dove non ci dovrebbe essere dato di vedere stando qui, per non farci troppo male.
Guarda avanti, Alice, anche quando le lacrime scorrono. Anche quando sei felice…in fondo.
E le frasi, le parole, se vengono dal cuore non sono mai banali. Non si tratta di spiegazioni: non devi spiegazioni a nessuno se non a te stessa. È una condivisione, sapersi parlare, e chi ti ascolta davvero mai, davvero, reputerà banali le tue parole. Vi leggerà dentro la te stessa che sei in quel momento. Amerà ciò che dici, a prescindere dai contenuti.
(PARTE SECONDA SEGUE PROSSIMO POST)
La felicità, io, non so ancora cosa sia, eppure ho qualche anno più di te. Ma comincio a pensare che è la serenità la cosa più bella cui ambisco, giorno dopo giorno, con disciplina, consapevolezza e amore. Ricordi? Mangia, prega, ama. Quanta strada dobbiamo macinare prima di capire perfettamente il segreto di Pulcinella di queste esortazioni semplici, ma che racchiudono una vita intera!
RispondiElimina.
Vuoi una mia frase rubata ad un film. E io vorrei avere ancora una memoria viva, e tante cose da raccontarti e da trasmetterti, vorrei saperti sorprendere ancora…ma la mia mente si rifiuta di colorarsi, pare dimentichi giorno dopo giorno cosa sa e chi sono stata veramente. Ma eccola la frase da film: “C’è la neve nei miei ricordi / c’è sempre la neve / e mi diventa bianco il cervello / se non la smetto di ricordare”.
La vita è semplicemente vita, Alice, e va vissuta, questo lo puoi insegnare – ancora una volta – tu a me, credimi. Vanno vissute le gioie, morsicate le ore, macinati i passi, sdruciti i vestiti, fatti volare i fogli di carta che portano scritte tante cose, tante speranze, tanti sogni e qualche frustrazione a ricordarci, quest’ultima, che siamo vivi per davvero. Da qui alla fine…”fino alla fine, fino a che si può / fino al confine, fino all’ultimo / fino alla fine del tempo / fino a che ce n’è ancora un po’ / fino alla fine di tutto / fino allora tu….” …tieni stretta la vita, la tua vita! Questa è la vita, semplicemente. E i sogni le appartengono. Tienili stretti, curali e coltivali. I sogni sono un modo per definire noi stessi, per darci un senso e una direzione. I sogni sono importanti. E lo saranno ancora di più quando saremo alla resa dei conti, e sapremo di essercene nutriti per trovare la forza, talvolta, di andare avanti.
No, Alice, non mi è venuto sonno, credimi. Il sonno, il mio sonno, è una via d’uscita. È quello che mi salva quando tutto è troppo, quando i sogni sono troppo lontani e i ricordi diventano rimpianti. Leggendoti, ascoltandoti, parlandoti e scrivendoti, stando con te, pensando a te non mi viene sonno, mai! Pasticcio-pasticcino della mia vita: sei la pietanza che mi è venuta meglio in assoluto, e pensare che non ho neppure ancora compreso come ho fatto, quale fosse la ricetta, irripetibile, che mi ha portata a te. E no, non mi conosci troppo bene, come è giusto che sia, perché non sto sorridendo, ma mi vengono le lacrime, lacrime di gioia perché sto parlando con te, figlia mia che adesso si sente fragile, che io temo sia fragile, ma che ha una forza immensa dentro di sé, una forza che non conosco, ma alla quale mi inchino con gioia, perché è tua…e ti servirà quando avrai freddo, quando penserai che non ci sia una via, un lumino….eppure tutto sarà dentro di te, nella tua forza che saprai sortire, come già hai dimostrato, come un vulcano: e sarà nuovamente vita, luce, sole! “Something, over the rainbow….”: dopo la frase da film, ora una canzone: non ci facciamo mancare niente, no?
Tutto passa? Ti confido una cosa: non è proprio vero che tutto passa e se ne va. Solo, ci abituiamo un pochino, ecco cos’è. Abbiamo, per fortuna, un grande spirito di adattamento ed è il motore che ci permette di andare avanti, e di trovare – poi – il bello che c’è – sempre – sul nostro cammino. Non si dimentica nulla e non passa proprio tutto, Alice. L’allergia agli abbandoni è una brutta bestia che ci assale ogni volta che ci sentiamo fragili e indifesi. Ogni volta che ci manca un pochino la terra sotto i piedi. Ogni volta che qualcuno passa nella nostra vita, la incrocia e prosegue per la propria strada che non sempre è la nostra. Ma pensa a quanto sarebbe affollata la nostra strada se tutti restassero! Non ci sarebbe più spazio per altri, per persone nuove…..e per qualcuno che resterà, che non avremo paura di perdere, perché non ci abbandonerà.
(PARTE TERZA SEGUE PROSSIMO POST)
Mondo crudele? Nulla ci viene posto dinanzi, che non possiamo affrontare, che non sapremo attraversare uscendone rafforzati, ricordati pure questo che pare tanto un luogo comune, ma è una semplice, semplicissima verità.
RispondiEliminaMi ha riportato a ricordi malinconici e bellissimi, la tua citazione di Vecchioni: “ leggerei il dolore da ogni segno del tuo viso, anche nell’inganno di un sorriso”. E ancora, ti dico io: sono orgogliosa e felice di essere tua madre “per amarti senza avere una ragione, tranne quella che sei viva, e seguire il fiume della tua emozione, stando anche sulla riva…”
Una volta, quando ancora non c’era neve nel mio cervello, ho scritto un editoriale mentre ero all’aeroporto di Malpensa, e aspettavo i nonni che tornavano da una vacanza. Era l’una di notte, e ho scritto di chi vedevo, di ciò che osservavo, anche una bambina piccolina che prendeva a pugni un coniglio di pelouche, urlando il suo disappunto di chissà quale delusione. Ho scritto: Per un istante sento un sottile malessere, quasi un piccolo dolore, senza comprenderne la ragione…quella bambina colpisce in qualche modo la mia curiosità e al tempo stesso sfiora la bimba di me che ancora conservo. Ma perché quel disagio? Siamo sinceri: chi di noi non ha mai desiderato, almeno una volta nella propria vita, un cuscino-coniglio di peoluche su cui sfogare i propri momenti peggiori? E quando ci sentiamo feriti, quando abbiamo qualche piega del cuore sdrucita o qualche speranza strappata, quando la rabbia di una sconfitta non ci permette di vederne l’insegnamento che sempre porta con sé, quando abbiamo “dato” senza riserve e ci è stato “preso” senza ritegno…
Quando ti capita, in un anonimo aeroporto, a notte fonda, di desiderare un cuscino di pelouche da abbracciare o da colpire, bimba mia, vorrei dirti solo una cosa ancora: non abbassare gli occhi. Mai!”
Alice, non abbassare gli occhi, nemmeno per guardare a terra e non cadere: non cadrai, ma tu non abbassare gli occhi, mai!
E non ti scusare con me, ricordi: “Amare significa non dover mai dire: Mi dispiace”. Love story, un film bellissimo (e siamo alla mia seconda frase da film!) che ti consiglio di vedere…per versare un mare di lacrime….e poi tornerà il sereno, credimi.
(FINE POST)